Into the night (recensione)

Un terrorista prende in ostaggio i passeggeri di un volo Bruxelles – Mosca, costringendo il pilota a fare genericamente rotta “verso ovest”.
Il terrorista è in realtà un maggiore italiano della NATO, e lo scopo del suo dirottamente sembra folle: durante un’esagitata riunione degli ambasciatori della NATO ha sentito di una imminente catastrofe naturale, in qualche modo collegata alla luce solare. Da quel che ha capito chiunque rimarrà esposto al sole morirà, perciò la necessità è quella di rincorrere la notte. L’unico modo per farlo è – appunto – con un aereo.
Dapprima nessuno crede alla storia del maggiore Terenzio, ma basterà il primo tentato scalo in Islanda per accorgersi che è tutto vero: ovunque sorga il sole la gente muore.
Inizia quindi una disperata fuga aerea, fatta di scali per far far rifornimento e della ricerca di un rifugio, un bunker o qualcosa che possa proteggere i passeggeri dal sole.

Into the Night è un serial belga apocalittico, disponibile su Netflix.
Sei puntate di circa 40 minuti, ritmo sostenutissimo, tensione alta, ottima recitazione (non conoscevo nessuno degli attori coinvolti nel progetto), trama avvincente.
Ogni puntata è basata su uno dei passeggeri del volo dirottato, ma i flashback, diversamente da quanto abbiamo imparato da Lost, sono limitati a pochissimi minuti. Tutto il resto è presente, fuga, disperata lotta per sopravvivere.

Non voglio spoilerare nulla, ma c’è una ricerca di una spiegazione “plausibile” all’evento apocalittico che sta alla base di Into the Night. Non so quanto sia verosimile, ma ho apprezzato lo sforzo degli sceneggiatori di raccontare ciò che accade attraverso i mezzi a disposizione dei protagonisti: internet, la radio di bordo, le poche informazioni a disposizione del maggiore Terenzio.

Le interazioni tra i personaggi rappresentano un altro punto di forza della serie in questione. Mi è capitato di fare il tifo per alcuni personaggi, salvo poi trovare odiose alcune scelte fatte dai medesimi, di puntata in puntata. Immagino che quando lo spettatore si trova così coinvolto in ciò che vede sullo schermo sia sintomo che il prodotto è ben realizzato. E infatti a mio parere questo lo è.

Le produzioni europee stanno confezionando serie interessanti, e non certo da adesso. Mi piace soprattutto quando spaziano in campi solitamente considerati prettamente “americani”: fantascienza, horror, thriller soprannaturale. Il taglio è quasi sempre diverso dalle produzioni statunitensi: meno tempi morti, meno cliché, più realismo nelle caratterizzazioni.
Into the Night ha tutti questi elementi. A mio parere è da vedere assolutamente.


2 commenti

  1. Sincronia stranissima avvenuta in questi giorni.
    Per qualche mese mi ero immerso in altre letture, dimenticandomi di vedere cosa avevi scritto di questi tempi.
    Poi ho visto Into The Night (anche se non mi ha entusiasmato troppo, l’ho visto comunque più o meno tutto d’un fiato).
    Dopo una o due settimane torno ad aprire il Kindle Store, mi interesso a Moto Perpetuo, ma non lo compro, proponendomi di leggere prima un po’ il blog per capire cosa mi sono perso,
    Ora vedo la recensione di Into The Night, ma non la apro, mi ascolto qualche tuo video.
    Compro nel frattempo Moto Perpetuo, lo apro… E leggo nella prefazione che nonostante sia del 2013, è molto simili a Into The Night, almeno a detta del tuo amico.
    Incredibile!

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