Originariamente, quando ho fatto il primo film, La notte dei morti viventi, non li pensavo come zombie, e pensavo che sarebbe stato solo un film, non pensavo sarei andato avanti così a lungo. Per cui non avevo regole, non pensavo affatto al futuro. Non li pensavo in quanto zombies, perché gli zombie erano questi ragazzi nei Caraibi, sai il Vodoo… ovviamente. Volevo solo una qualche tragedia che, con il mondo che stava cambiando… le persone continuano semplicemente a fare quello che li riguarda, argomentando che quelle cose non li riguardano… anche se accadono cose enormi… E questo è quello che gli zombie rappresentano per me, rappresentano cambiamenti incredibili, cambiamenti potenzialmente tragici nel mondo. Gli esseri umani continuano semplicemente a pensarla nella stessa maniera, non cambiano per aggiustare il tiro. Per cui le mie storie riguardano davvero le persone, come reagiscono o come non reagiscono, o come reagiscono stupidamente, che è la cosa che mi interessa, per questo non faccio mai un film dove gli zombie sopraffanno del tutto gli uomini, perché un film di zombie non è divertente senza persone stupide!
(Da I morti viventi e la misura del presente, Intervista di Donatello Fumarola e Alberto Momo, 2013, riportato in Operavivamagazine.org)
George A. Romero – New York, 4 febbraio 1940 – Toronto, 16 luglio 2017