Il potere immenso dell’immaginazione

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In realtà per oggi era previsto un post polemico. Tuttavia l’approssimarsi del Natale allontana da me ogni voglia di dover trascorrere le prossime ore a bannare troll e scimmie diversamente intelligenti, perciò ho preferito condividere con voi un pensiero che mi torna in mente sempre più spesso, specialmente nell’arco di questo 2012.
Già altre volte abbiamo discusso dell’importanza e della necessità di mantenere viva una narrativa del fantastico (chiamatela “di fantasia”, se preferite), cosa che in Italia sembra sempre più difficile realizzare. Prendendo però il discorso ancora più alla lontana, mi piace pensare a tutte le splendide persone – tra cui senz’altro voi, lettori di Plutonia Experiment – la cui potente immaginazione riesce a migliorare la vita.
Siamo in pochi, è vero, quasi una specie protetta. Eppure resistiamo e cerchiamo di “infettare” il prossimo. Perché sappiamo che ciò di cui siamo portatori fa bene, in molti modi, perfino a livello fisico.
Ma l’immaginazione è da considerarsi un talento? Ed è rara, oppure è comune a molte persone?

Wikipedia ci dice che:

Per immaginazione s’intende la capacità di rappresentarsi cose non presenti in atto alla sensazione.

Per una volta la definizione è da considerarsi perfetta nella sua semplicità.
Andiamo per gradi. Cos’è dunque la sensazione?

La sensazione, dal punto di vista fisiologico, può essere definita la modificazione dello stato del nostro sistema neurologico a causa del contatto con l’ambiente tramite gli organi di senso. Gli stimoli offerti dall’ambiente vengono catturati dai nostri organi di senso, ognuno dei quali adibito alla ricezione di uno stimolo particolare. I canali sensoriali sono: udito, vista, olfatto, gusto, tatto, cinestesia ed equilibrio e sensazione di dolore.

Il che ci riconduce al discorso già affrontato in passato su questo blog: cos’è la realtà? imagination 2
Senza ribadire discorsi fatti nei commenti dell’articolo testé segnalato, si può però ricordare la teoria più affascinante nata da quel post: la realtà non esiste. Ciò che noi chiamiamo realtà è ciò che i nostri sensi riescono a decodificare nel mare di dati che ci circonda, la maggior parte dei quali ci risultano ancora invisibili/incomprensibili.
Abbandoniamo però le spiegazioni scientifiche e la fisica quantistica. Concentriamoci su un discorso più filosofico.
Se la realtà è ciò che riusciamo a decodificare, un 1% di quel che ci circonda, l’immaginazione è ciò che ci aiuta a decodificare tutto il 99% che rimane ignoto.

I neurologi stimano che il nostro cervello riceve 400 miliardi di informazioni al secondo, di cui solo 2000 ci arrivano in qualche modo a livello conscio. Tutto il resto è “realtà” che comunque riceviamo ma che non vediamo.

Ma si tratta di decodificare o di creare?
E chi lo sa.
Secondo qualcuno è perfino possibile che immaginare equivalga a creare.
Così, se io scrivo che esiste un mondo in cui la Terra è popolata da una razza evoluta di tirannosauri in tight, è perfino possibile che quel mondo venga creato alla mia immaginazione.
Oppure, ipotesi numero 2, io scrivo di quel pianeta in cui i tirannosauri se ne vanno in giro vestiti in tight perché in qualche modo la mia immaginazione ha decodificato un piccolo, remotissimo brandello di realtà invisibile.

Fantascienza?
Chiaro che sì.
Però…

Quindi, sempre per assurdo, uno come me, o come voi, ha sempre la possibilità di evadere in tutti i mondi che riesce a immaginare, o a percepire. Forse è per questo che chi ha “la testa tra le nuvole” di solito campa un po’ meglio rispetto agli altri, e desta pure parecchia invidia, o perfino odio.
Quante volte vi hanno detto di tenere i piedi per terra?

Nemmeno a farlo apposta, in questi giorni ho visto due film che trattano, tra le altre cose, proprio del potere dell’immaginazione. Il primo è Ruby Sparks, storia di un giovane scrittore che riesce a far materializzare in carne e ossa la protagonista del suo nuovo romanzo (di cui ovviamente si innamora). Il film è carino, con degli spunti interessanti, anche se poteva essere realizzato meglio, soprattutto con più brio. Questa recensione su Mondi Immaginari lo esamina in modo condivisibile. L’altro è il ben più noto L’Uomo dei Sogni, con Kevin Costner, che probabilmente già conoscerete, e di cui quindi non aggiungo nulla. Il film, non privo di difetti, rappresenta comunque una bella presa in giro della realtà materiale, in questo caso sconfitta dall’immaginazione (qui di origine misticheggiante, anche se priva di particolari connotazioni religiose).

Ma ora scusate, ora devo salutarvi. Ho Sibir che mi aspetta a colazione. Sul mio mondo o sul suo, adesso la chiamo e vediamo un po’ come ci è più comodo organizzare…

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Per approfondire:
La Realtà non esiste
Ruby Sparks e il Mito del Golem
Recensione di Ruby Sparks su Mondi Immaginari

(A.G. – Follow me on Twitter)

21 commenti

  1. nello sciamanesimo, in tutte le sue molterplici forme e varianti, c’è una costante ben presente, che è il viaggio sciamanico, nella realtà…alternativa, appunto, me ne occupo dal 1998 e , seppur mediato da interessi professionali, di cui non parlerò poerchè penso non interessino a nessuno, dopo anni ( non mesi, anni…) di applicazione, ho cominciato a credere/vivere. liberi tutti ovviamente di pensarla come volete, ma una volta facenti parte del’esperienza, diventa tutt’uno con la nostra vita.certo, l’uso che si può poi farne a livello letterario e cinematografico deve per forza di cose banalizzare il tutto, ma questo è ovvio, naturale e innocentemente logico.Però è bello sapere che c’è…come la nutella.

    1. Ho letto qualcosina sui poteri dello sciamanesimo.
      Se ne deduce un’interpretazione della realtà molto intrigante e, per certi verti, simili ad alcune teorie della meccanica quantistica.
      Mi piacerebbe approfondire, magari se può suggerire qualche testo di buona qualità/reperibilità…

      1. Guarda Ale, mi pare che anche Matteo ne sappia più di qualcosa, comunque in Italia non c’è molto tranne il vecchio ” la via dello sciamano ” di M.Harner, che poi è stato il mio primo maestro e che ho avuto la fortuna di poter seguire di persona alcune volte negli anni ’90, oppure qualcosa di Lorenza Menegoni, mia amica trentina, che ha studiato antropologia a New York e ha fatto un gustoso mix con le tradizioni trentino-celtiche..si trovano nelle Mediterranee..poi vediamo se ti piace la cosa mi fai saper..

  2. Personalmente evito di spingermi così in avanti, però, per dire: in questi giorni sul lavoro le cose non vanno benissimo, il nostro amato paese sappiamo come se la passa… Insomma, se mi mettessi a pensare seriamente a cosa succederebbe se perdessi il lavoro probabilmente andrei in depressione. E allora immagino che se succedesse potrebbe essere l’occasione per andare a cercare lavoro in Australia e scoprire un’altro stile di vita; o che potrei affittare la mia casa e andare a vivere in una più piccola e mi metterei in tasca la differenza fra i due affitti…
    Queste divagazioni, per così dire, sono realistiche o fantasiose? Non sono forse pazzesche, a modo loro, quanto una realtà parallela? All’atto pratico sarebbero difficili da portare a termine, però il fatto stesso di sognarle mi aiuta ad affrontare meglio l’ipotesi di ritrovarmi senza lavoro…
    Secondo me l’immaginazione è proprio questo: figurarsi realtà alternative per tollerare meglio quella in cui si é, al momento, incanalati.

    1. Sì, certo, le mie sono esagerazioni volute… non a caso ho specificato che si tratta di fantascienza. Anche se, vuoi anche per il mio personale stato d’animo, un po’ mi piace crederci.

      Riguardo al tuo raffronto/rapporto con la quotidianità, anch’io mi faccio questi voli pindarici. Molti li chiamano “perdite di tempo”. Per me è un buon modo per ricordare che alternative ce ne sono sempre. E, per quanto improbabili o impossibili, l’atto solo di immaginarle vuol dire crederci un po’.
      Aiuta, eccome se aiuta!

  3. Se non ricordo mae, è il tema del libro “L’immaginazione al potere” di Clifford Simak, dove gli esseri partoriti dall’immaginazione umana divenivano reali, presentati dall’autore come l’unico modo per salvare l’umanità dal buco nero in cui si sta cacciando… Ma non ricordo bene, l’ho letto anni fa.

  4. Credo che l’immaginazione – o fantasia – sia un talento. Si sente spesso dire “Ma che fantasia che hai!” da qualcuno che legge storie scritte da un altro. Questo presuppone che il primo non abbia quell’immaginazione.

    Un minimo ce l’hanno tutti, è vero, a patto di avere una mente accesa e non spenta. Il talento, secondo me, non è solo nella quantità – e qualità – dell’immaginazione, ma anche e soprattutto nel riuscire a incanalarla dove vogliamo noi, creando mondi che non esistono o che esistono da qualche parte, non solo in noi stessi che li creiamo ma poi anche in chi legge.

    Da cosa venga questo talento non è un mistero. Lo scrittore, prima di tutto, è un osservatore e un pensatore. È curioso. E osservazione+ragionamento+curiosità nutrono l’immaginazione. Che è la vera ispirazione dello scrittore. Niente di filosofico, quindi, ma solo chimica dei sensi.

    1. Oggi come oggi c’è la tendenza a ritenere l’immaginazione come una perdita di tempo. A meno che essa non sia finalizzata a escogitare qualche modo furbo per far soldi in fretta.
      Va da sé che l’immaginazione dello scrittore è qualcosa di diverso, di più astratto, spesso con pochi risvolti sul piano pratico.
      Tuttavia questo talento è meglio averlo che non averlo.
      Interessante ciò che dici riguardo al lettore. In effetti esso diventa parte attiva del processo di immaginazione/creazione nel momento stesso in cui si immerge in ciò che l’autore ha scritto, e inventato.

  5. Se non vediamo una cosa, non vuol dire che non esiste.

    E questo è un principio che ci ha portato a scoprire tantissime cose. E che continuiamo ad applicare.
    La cosa che mi elettrizza di più è quella teoria secondo la quale se riusciamo a immaginare una cosa, allora è possibile realizzarla. Una sorta di creazionismo del pensiero…

    1. E chissà dove saremo fra cento o duecento anni, considerando che il progresso è per sua natura sempre più veloce e spedito. Spero che la Crisi e altri fattori non inducano gli scienziati ad abbandonare le ricerche sulla meccanica quantistica, specialmente nella sua versione più visionaria e “filosofica”.
      Secondo me il creazionismo del pensiero sarà, prima o poi, attuabile in senso quasi letterale.

  6. Secondo me l’immaginazione è una dotazione di base dell’animale uomo. Purtroppo spesso un’educazione implicita, sordida e sottile dei media la fa atrofizzare entro i dieci anni d’eta. L’immaginazione è forse l’elemento più importante dell’evoluzione umana. Tutto è iniziato quando Lucy (o chi per lei) per cacciare ha immaginato di usare un sasso, al posto delle mani.
    Quindi nutriamo la fantasia e l’immaginazione, che, anche se atrofizzata, si può riprendere in poco tempo!!

    1. Sì, un altro aspetto dell’immaginazione è che essa non riguarda soltanto cose di fantasia, bensì anche progetti attuabili, soltanto non pensati prima da qualcun altro. Non a caso gli inventori spesso partono da idee di pura immaginazione.

  7. “Oppure, ipotesi numero 2, io scrivo di quel pianeta in cui i tirannosauri se ne vanno in giro vestiti in tight perché in qualche modo la mia immaginazione ha decodificato un piccolo, remotissimo brandello di realtà invisibile.”
    Questa è bellissima. Ottimo articolo Alex! Cosa saremmo senza immaginazione? Apatici esseri che subiscono l’intrattenimento, senza avere la possibilità di crearlo!

    1. Grazie! 😉
      L’immaginazione la ritengo essenziale per vivere bene, ma evidentemente non tutti la pensiamo così… Oramai ila frase “hai la testa tra le nuvole” ha una connotazione ferocemente negativa. Peggio per loro!

  8. io penso che un certo grado di immaginazione sia presente in tutti, (se non altro per raffigurarsi in anticipo il possibile evolvere di una situazione e le conseguenti “mosse” da pianificare ), il tutto deve per forza essere legato alla capacità ideativa e progettuale tipica della specie umana e forse anche dei primati. L’immaginazione artistica e visionaria è un di più che, ahimé, non è data a tutti allo stesso modo.

  9. L’immaginazione è una capacità comune a tutti, che poi si deve esercitare, io credo.
    Molti inoltre dimenticano che la scienza non può ricercare nulla che la mente umana non riesca ad immaginare – se non posso immaginarlo, non posso pormi domande a riguardo, non posso ideare (=immaginare) esperimenti per verificare le mie ipotesi…
    Senza immaginazione non siamo nulla.

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