Ridendo e scherzando, da diversi anni ci sono fior fior di scienziati borderline che ci suggeriscono che forse la realtà non è affatto così come la vediamo.
Siamo così presi dalle nostre faccende quotidiane – lavoro, bollette, passioni, malattie – da non avere quasi più il tempo per pensare alle Grandi Domande. Cosa siamo realmente? Qual è il senso dell’esistenza? Siamo davvero prodotti con una data di scandenza? Che senso ha tutto ciò? E, se anche qualche domanda ce la facciamo, le risposte sono quasi sempre di due tipi: religiose o iperazionali.
Qualche ricercatore ci suggerisce invece che forse c’è una terza via. Una concezione che, se verrà mai dimostrata scientificamente, cambierà il nostro modo di intendere il Tutto.
Premessa: Non sono un fisico quantistico. Ho solo letto, mi sono documentato. Tutto qui. In più la mia esposizione dei fatti è un po’ romanzata. In fondo nasco come narratore, non come saggista. Non è mia intenzione convincere nessuno di niente. Non faccio proselitismo.
La materia solida non esiste
Dunque, da dove iniziare? Direi da una teoria esplicitata da alcuni coraggiosi fisici quantistici. La materia solida così come la pensiamo potrebbe non esistere del tutto.
Dov’è la dimostrazione di tutto ciò? Semplificando molto la possiamo dedurre dal fatto che gli atomi non sono solidi. E gli atomi compongono il tutto. Essi sono composti al 99% da uno spazio vuoto eppure vengono considerati l’elemento costitutivo della materia solida.
Quindi, semplificando ancora, possiamo arrivare a supporre che gli atomi facciano parte della costruzione dell’illusione della realtà stessa.
Sempre seguendo questa teoria tutto ciò che vediamo esisterebbe soltanto come codifica della nostra mente, e non in senso reale e tangibile. Siamo noi a decodificare l’illusione che ci sta intorno, creando così l’esistenza (fittizia) di paesaggi, stanze, cose, oggetti etc etc.
Un po’ lo stesso principio, almeno a livello basilare, che sta alla base della televisione o di internet.
Quando osservate qualcosa sul Web vedete immagini, foto, parole e grafici. Tutto ciò esiste però solo sul vostro monitor. Altrove, nel cuore della matrice, esistono solo codici matematici e circuiti elettrici.
Ecco, anche la nostra realtà potrebbe essere qualcosa del genere.
In effetti sembra che la meccanica quantistica dia un messaggio nuovo sulla struttura della realtà, e che sancisca la fine del realismo oggettivo e materialistico a favore di una concezione “idealistica”, in cui gli oggetti esistono in uno stato astratt” e ideale che rimane teorico finché la percezione di un soggetto conoscente non lo rende reale. Oppure, senza farla tanto grossa, possiamo limitarci a notare che il classico modello materialistico è inadeguato a descrivere la realtà quantistica ed occorre rivolgersi a modelli che concepiscono l’universo in termini di informazione piuttosto che di materia.
La mente-computer
Noi siamo dotati di cinque sensi. Essi ci aiutano a decodificare ciò che percepiamo e a trasformare questi impulsi elettrici in “sensazioni”: suoni, immagini, odore e consistenza. Sottolineerei ancora questo passaggio: ciò che percepiamo è in realtà una sequenza infinita di segnali elettrici decodificati poi dalla nostra mente.
Inoltre, sempre seguendo il ragionamento “alternativo” proposto in questo articolo, la gamma delle nostre percezioni sarebbe assai limitata e parziale. Nonché influenzabile.
Un esempio pratico: l’ipnosi. In una seduta ipnotica un bravo terapeuta può influenzare il vostro cervello, facendovi vedere, percepire o vivere situazioni o cose che nella nostra realtà sono diverse. O per meglio dire appaiono diverse.
Riassumendo: il mondo fisico è una sterminata gamma di frequenze che noi decodifichiamo attraverso il nostro software biologico (i cinque sensi), che tuttavia risulta essere piuttosto limitato. Tutto il resto? E’ altrettanto “reale”, ma del tutto al di fuori dalle nostre attuali capacità di percezione.
Una Rete comune
La domanda più spontanea che vi sarà senz’altro venuta in mente, leggendo fin qui, è la seguente: se sono i nostri cervelli a decodificare arbitrariamente l’ologramma chiamato realtà, perché vediamo tutti lo stesso mondo?
Per capirci: se io guardo il Duomo di Milano e lo descrivo, pare proprio uguale a come viene descritto da milioni di altre persone.
I nostri coraggiosi scienziati borderline danno una risposta che fa molto dibattere: il paesaggio di base, il set cinematografico, è comune a tutti perché costituisce una sorta di “World Wide Web olografico” a cui tutti siamo connessi.
Come dire: Internet è uguale per tutti, che vi connettiate da Milano, Tokyo, Adelaide o Lima. Potete vedere siti diversi, formarvi idee anche antitetiche sull’uso del Web, ma ciò che non cambia è che esso è comune a tutti.
Il nostro DNA è una sorta di antenna wireless che ci connette permanentemente alla matrice, ricevendo input continui che solo in parte vengono decifrati dal nostro software.
I neurologi stimano che il nostro cervello riceve 400 miliardi di informazioni al secondo, di cui solo 2000 ci arrivano in qualche modo a livello conscio. Tutto il resto è “realtà” che comunque riceviamo ma che non vediamo. E’ l’immenso lato sconosciuto della Rete Comune di cui non sappiamo quasi nulla.
Non c’è bisogno del cospirazionismo
Secondo i cospirazionisti la gestione delle realtà sarebbe manipolata da chissà quali occulti signori, il cui scopo è quello di tenerci schiavi delle nostre limitate percezioni. Si va dal Governo Globale ai rettiliani, dagli Ufo ai vampiri psichici, passando per una pletora di teorie di complotto a volte quantomeno verosimili ma più spesso del tutto buffe e fantascientifiche.
Del resto la trilogia di Matrix, specialmente il primo film, ci insegna molto riguardo al fascino “narrativo” espresso da queste nuove teorie sulla quantistica.
Ben più plausibile affermare che non conosciamo niente e la realtà non è stata ancora compresa/raggiunta per niente. Queste teorie potranno essere contraddette o precisate quando avremo le tecnologie per esplorare altri mondi di cui adesso non abbiamo percezione.
Di certo c’è soltanto che sappiamo ben poco di tutto ciò che ci circonda e che, tranne poche menti geniali (e folli), ci accontentiamo sempre più spesso delle spiegazioni banali che filtrano attraverso le religioni. Ogni tanto non farebbe male riflettere su tutto ciò, non tanto per trovare risposte al di fuori dalla nostra portata, ma almeno per capire che moltissimi dei piccoli problemi che ci creiamo quotidiamente non sono altro che insignificanti bug del sistema.
Appendice: Il postulato di Gwyneth Paltrow
Questo lungo e controverso post nasce quasi per scherzo in risposta a un articolo di dieci giorni fa. L’intento scherzoso era quello di dimostrarvi che avevo davvero cucinato con Gwyneth Paltrow. In fondo che dati avete per smentire un’affermazione del genere? Se postassi dei fotomontaggi di me e lei al lavoro attorno ai fornelli senz’altro qualcuno arriverebbe a credererci. Ma sarebbe pur sempre bluff, illusionismo.
No, io vado oltre. Se un domani imparassi a filtrare tutto quel 99% di frequenze non decodificate dai cinque sensi, allora potrei forse dar loro la forma che preferisco. Un po’ come fa il Dottor Manhattan. A quel punto creare uno scenario semplice come quello con me e Gwyneth intenti a cucinare dovrebbe essere uno scherzo, una banalità.
Per il momento ci accontentiamo di esercitare questi poteri tramite la fantasia, la scrittura. Che poi… chi dice che così facendo non stiamo già rimodellando quella cosa volgarmente definità realtà?
Ci troviamo ad un bivio: è la realtà che non esiste o siamo noi che non la possiamo cogliere nella sua interezza? o il nostro è uno dei modi possibili di materializzarla? (e questo è un terzo corno del dilemma!). Articolo molto interessante che penso chiamerà moltissimi commenti, forse tanti quanti sono i modi possibili di sceverare la realtà. Perché anche le tue affermazioni, a questo punto, sono un modo di guardare ad una realtà, che può anche non esistere di per sé, ma che viene in qualche modo condivisa come nucleo di base che ognuno scansiona dal suo punto di vista. Mi piace solo ricordare, come piccolo contributo alla discussione, la posizione espressa da Philip Dick, che della possibilità di arrivare a circoscrivere o meno la realtà ha dedicato la sua vita, non solo letteraria; e della domanda: cosa è reale e cosa no? ha permeato tutti i suoi capolavori.
Grazie per il commento 😉
Riguardo al tuo interrogativo iniziale io voto per : siamo noi che non la possiamo cogliere nella sua interezza?, come credo si deduca dall’articolo stesso.
Fai benissimo a citare PKD, che di sicuro su questo tema ci ha ricamato l’intera, singolarissima carriera.
Concludo con una domanda che il mio cervello sfasato spesso si pone: ma tra tutti quelli che ogni tanto sbroccano, annunciando di sentire voci che non sentiamo (o di vedere cose che noi non vediamo), non è che qualcuno… ?
penso che la risposta alla tua ultima domanda sia, in questo caso, insita nella risposta iniziale che hai dato: se noi non possiamo cogliere la realtà nella sua interezza, ci sarà qualcuno che ne coglie una parte di quella che noi non vediamo o sentiamo.
La teoria che presenti è suggestiva ma manca di un pilastro fondamentale, la verifica. Non siamo in grado di simulare, per ora, una rete neurale complessa come il cervello umano né possiamo, sempre per ora, simulare il livello di complessità simbolica citata nel tuo articolo.
Anche le ricerche sul mondo subatomico in corso al CERN sono più orientate a confermare almeno una parte delle teorie più in voga (la ricerca del bosone di Higgs) piuttosto che a speculare su altri livelli di materia. La mia impressione è che stiamo ballando sull’orlo di qualcosa molto interessante. Ricordi gli esperimenti con i neutrini? Ricordi che prima di chiudere il FermiLab di Chicago abbiamo avuto la conferma di due sottotipi di quark finora non confermati?
Forse mi sbaglio ma potremmo arrivare al momento in cui si vede scorrere il codice sullo schermo, a sbirciare il software dell’Universo.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro nel lasciare ampi margini di dubbio nel mio articolo.
La conclusione l’ho riscritta tre volte in modo da non passare per pazzo o suonato.
Per il resto ho anch’io la tua stessa impressione. E mi piace moltissimo l’espressione “sbirciare il software dell’Universo”.
Rende proprio l’idea.
Articolo interessante (anche se speravo, per una volta, non sentir parlare di rettiliani e UFO… che ormai spuntan fuori anche dalla bottiglietta dell’acqua che tengo sulla scrivania). Gli UFO esistono (l’intero multiverso non può essere abitato solo dai terrestri), i rettiliani probabilmente sono esistiti, e se ci sono ancora, non hanno molta voglia di farsi vedere. Pazienza… ma questo è un fatto.
Quanto alla teoria che esponi, è interessante, ma non tanto nuova. Gli stessi Wakowsky, se non ricordo male, l’hanno usata come punto di ispirazione per la loro trilogia.
La realtà esiste… ma noi non la vediamo nella sua interezza. Come dici tu: i nostri cinque sensi ci danno una visione limitata di ciò che ci circonda, e ce la mostrano in base a una programmazione standard, genetica, tale che per tutti la bottiglia è a forma di bottiglia. Non è necessario che due computer siano connessi in rete affinché “vedano le stesse cose”. Due pc con windows a bordo mostreranno il blocco note alla stessa maniera… seppure i due pc non siano collegati tra loro e non si raccontino a vicenda come il blocco note deve essere mostrato. Fa parte del sistema operativo che hanno a bordo, e che gli è stato installato “in produzione”. Difatti, un Mac non collegato in rete mostrerà un blocco note diverso da quello di Windows… e un computer con Linux lo mostrerà diverso da entrambi i precedenti.
E’ un po’ come la visione del mondo da parte nostra, e da parte degli animali.
Noi vediamo le cose con gli occhi, attraverso un certo spettro luminoso. I gatti hanno uno spettro luminoso diverso, e sono capaci di distinguere cose, al buio, che noi non siamo in grado di vedere… di contro, hanno difficoltà a percepire la tridimensionalità (avete mai visto un gatto fissare una ringhiera per mezz’ora prima di compiere il balzo e passarci in mezzo?). Del resto si dice che i cani vedano in bianco e nero (o quasi). E i pipistrelli? Il loro mondo è composto da immagini sonar… molto diverso da come lo percepiamo noi.
Non è che la realtà sia diversa… la realtà è sempre quella. Siamo noi che non siamo in grado di vederla nella sua interezza.
E non è vero che non abbiamo strumenti per vedere ciò che è oscuro ai nostri cinque sensi. Certo siamo ancora lontani dal vedere “tutto”… ma siamo in grado di vedere gli atomi, gli elettroni, e particelle ancora più piccole. Abbiamo strumenti che ci permettono di vedere frequenze che i nostri cinque sensi non ci mostrano naturalmente… e quando osserviamo lo spazio, le meravigliose foto che hubble e i suoi successori ci mostrano, sono delle ricostruzioni grafiche di quanto vedono gli occhi dei radiotelescopi… delle interpretazioni, delle traduzioni utili affinché noi si possa interpretare ciò che non si vede.
Insomma… non siamo poi così tagliati fuori… ma abbiamo ancora tanta strada da fare ^_^
Caro Glauco, credo di aver citato Ufo e altre amenità in tono SCHERZOSO, e non protoscientifico.
Si va dal Governo Globale ai rettiliani, dagli Ufo ai vampiri psichici, passando per una pletora di teorie di complotto a volte quantomeno verosimili ma più spesso del tutto buffe e fantascientifiche.
Mi sembra un passaggio chiaro… no?
Riguardo al non possedere strumenti per cogliere la complessità della Realtà mi riferivo ai meri strumenti biologici.
Qualunque cosa riusciamo a osservare attraverso la tecnologia necessità dunque di un tramite, e quindi – a parer mio – lascia qualche perplessità riguardo al metodo di osservazione stesso.
Mi piace quindi immaginare, magari fra diecimila anni o giù di lì, un’evoluzione biologica (e non tecnologia) atta a cambiare/ampliare i nostri sensi in modo da scorgere più sfaccettature della Realtà stessa.
Non so se mi sono spiegato…
Lo strumento più potente che abbiamo è il cervello, e questo ci consente di realizzare dispositivi in grado di tradurre ciò che non percepiamo in qualcosa di comprensibile per noi… per questo considero la tecnologia come un’estensione delle nostre capacità.
A ogni modo, il mio discorso era volto a mettere in discussione l’idea della “rete” tra cervelli. Idea interessante ma che non può essere costruita sul principio che io e te percepiamo il duomo di milano alla stessa maniera (che poi, a seconda della sensibilità di ognuno, qualche lieve differenza potrebbe risultare comunque – io, ad esempio, ho qualche difficoltà a riconoscere certe sfumature di colore (tricromia anomala). Visto che tutti noi veniamo fuori da un DNA praticamente identico, a parte qualche microscopica variazione, è probabile che sia questo a farci vedere il duomo alla stessa maniera, e per lo stesso motivo un pipistrello, il duomo, lo vede in maniera molto differente.
Se esiste una rete fra cervelli… bisogna trovare altrove le prove…
Ciao. Questro tuo post mi ha fatto venire in mente che era ora di buttare fuori una serie di post sulla percezione a cui pensavo da tempo. Per cui intanto, grazie per l’ispirazione! 🙂
Poi, tornando all’ipotesi di un’evoluzione biologica che auspichi, sai che secondo diverse scuole di pensiero esoterico in realtà saremmo già provvisti di strumenti innati che ci permetterebbero di scorgere ben oltre quello che percepiamo con i nostri cinque sensi. Perché in realtà i sensi sarebbero ben di più per quanto atrofizzati, per ragioni troppo complesse da sintetizzare ora. Risvegliarli come genere umano farebbe parte del nostro cammino evolutivo. Per ora, per dire, solo pochissimi sono in grado di vedere aura tanto per fare un esempio banale. Coloro che fanno proiezioni astrali volontarie dicono che il mondo visto da quel livello energetico appare molto diverso. Pensa un po’ se un giorno la scienza dimostrasse che cose come la visione dell’aura, la preveggenza sono in realtà facoltà naturali e non soprannaturali – dormienti – che per qualche ragione solo pochi hanno saputo far emergere, non diversamente da altri talenti.
Ciao!
Di fatto percepiamo la realtà così com’è perché è questo il livello al quale interagiamo con essa.
Se fossimo dotati di strumenti fisici in grado, per dire, di manipolare gli atomi, vedremmo probabilmente nubi di atomi più o meno aggregati, e non oggetti solidi.
In questo senso, l’esempio dell’ipnosi ci fornisce un dato interessante – l’ipnotizzatore può variare la mia percezione del mio livello di interazione, ma non aggiungerne un altro.
Può farmi scambiare il verde col giallo, per dire, ma non farmi vedere gli atomi, o percepire il passaggio dei neutrini o- al capo opposto della scala – farmi percepire la galassia come un solido e non come un insieme di stelle e polvere e quant’altro.
Siamo prigionieri del livello intermedio.
O ne siamo padroni.
O ospiti.
A questo punto, è una questione di filosofie personali.
Ottima aggiunta – non mi aspettavo nulla di meno.
A questo punto ti pongo una domanda da profano quasi totale: è possibile ipotizzare un’evoluzione biologica (lontanissima nel tempo), in cui svilupperemo strumenti sensoriali in grado di percepire la Realtà in modo più completo/complesso?
E’ possibile – altra domanda sciocca – che i primi ominidi avessero una percezione del “Tutto” ancora più handicappata della nostra? Non parlo ovviamente di intelligenza, bensì proprio di input sensoriali.
Mi viene in mente un esempio stupido, il fuoco, cosa per noi scontatissima. Ma un Cro-Magnon come vedeva/percepiva il fuoco?
Chiedo scusa per i tanti errori scientifici della domanda, sono andato a spanne…
Dunque, così a braccio…
Premesso che è impossibile determinare da che parte andrà l’evoluzione futura, credo sia improbabile sviluppare capacità del genere perché proprio ci mancano le basi biologiche – mutazione e selezione naturale non hanno nulla su cui lavorare.
(anche se è una gran bella idea per una storia di fantascienza!)
E riguardo al passato, per ciò che ne sappiamo la selezione ha eliminato quasi subito qualsiasi creatura dotata di una percezione “di fino” o del microcosmo o del macrocosmo, proprio perché, alla fine, è nel cosiddetto mesocosmo che si manga e si viene mangiati.
Ho letto però da qualche parte alcune teorie selvatiche sul fatto che alcuni ominidi (e anche, naturalmente, i soliti neanderthaliani, che sono il prezzemolo di queste ipotesi) potessero avere una percezione topologica diversa dalla nostra – che percepissero quindi la stessa realtà, ma la interpretassero in maniera diversa.
Ma sono ipotesi che lasciano il tempo che trovano.
“Dunque, così a braccio…
Premesso che è impossibile determinare da che parte andrà l’evoluzione futura, credo sia improbabile sviluppare capacità del genere perché proprio ci mancano le basi biologiche”
magari avremo sempre più le capacità e la volontà di guidare noi la nostra evoluzione (anche se qui si va sul transumanesimo) in quella direzione.
chi sa cosa vorremo fare di noi quando avremo (se le avremo) le capacità di decidere.
Grazie della risposta (tra l’altro velocissima).
Tra l’altro in due commenti – il tuo e il mio precedente – mi sono venute altrettante ideuzze per altrettanti raccontini che potrebbero risultare interessanti.
Esprimo simpatia per le ipotesi e le teorie “eretiche”, almeno a livello narrativo 🙂
e allora, carissimo Alex, ammettilo che hai inscenato tutta questa baracca per avere materiale aggratis su cui imbastire storie! ahahahah!
Andando a sbirciare nella struttura della materia, possiamo vedere che gli atomi sono composti da vuoto, come dici tu, ma non nel 99%, molto di più.
Inoltre la struttura di neutroni e protoni è simile a quella degli atomi, quark e gluoni (da glue, colla, che tengono appunto insieme i quark). E ancora: i quark. Qualcuno ha ipotizzato che abbiano una struttura interna, ma ancora non è stato dimostrato.
Quindi il “quasi niente” degli atomi è costituito dal quasi niente di protoni e neutroni. Che a loro volta sono composti da quark che, se dimostrato, sono composti da quasi niente.
Ma del resto la materia è energia, no? Lo ha detto Einstein ed è dimostrato. Bisogna solo vedere dove tocchiamo finalmente il fondo della materia stessa. E soprattutto SE toccheremo il fondo.
Forse alla fine siamo composti solo da una serie di nodi marinareschi di energia, sovrapposti l’uno all’altro. Una sorta di lieve disturbo nella continuità immateriale dell’universo. Una cosa che basterebbe un niente per demolire.
Del resto c’è uno scienziato inglese, Julian Barbour, che ha postulato che nemmeno il tempo esiste.
Noi vediamo lo scorrere del tempo perché abbiamo una sorta di percezione simile al movimento durante la visione di un film (che non è altro che una successione di foto).
Se non esiste la materia e non esiste nemmeno il tempo, allora l’UNIVERSO stesso NON ESISTE.
Forse l’universo è solo un colpo di tosse di Dio.
O forse una sua scoreggia, dipende da che umore sei 😉
Commento spettacolare, ti ringrazio per averlo scritto, e per le aggiunte specifiche alla questione degli atomi e dei quark (io ci sono andato giù in modo grezzo, lo ammetto).
In effetti anche la faccenda riguardo alla non esistenza del Tempo meriterebbe un post a sé. Magari mi documento e provo a scriverlo.
Riguardo alla natura dell’universo, io voto per il peto divino. Potremmo fondarci una religione…
Il primo paragrafo (“La materia solida non esiste”) mi fa un po’ storcere il naso, ma immagino che sia lì più che altro per attirare l’attenzione. La materia solida c’è, semplicemente è un po’ meno densa (ok, molto meno densa) di come la si immagina di solito. L’inadeguatezza di un modello interpretativo classico subentra, se mai, quando ci si trova a dover interpretare il dualismo materia-energia. Credo che il grande fascino della meccanica quantistica derivi proprio dal fatto che ci costringe a pensare diversamente da come siamo abituati. Si pensa per probabilità e non per certezze. C’è da dire però che gli eventi più curiosi sono anche altamente improbabili o poco influenti per la nostra vita. Esiste una probabilità non nulla che tutte le particelle del mio corpo passino di là dal muro per effetto tunnell, ma non per questo devo temere di trovarmi teletrasportato in braccio al mio capo. Per semplificare potremmo dire che la realtà, in prima approssimazione, e proprio così come la vediamo, poi se uno vuole approfondire ci sono mille mondi da scoprire.
Certo, una frase sensazionalistica per aprire l’articolo ci voleva, no? 😉
Spero poi di aver virato su un tono un po’ più concreto e “scientifico”.
Per il resto concordo con te riguardo al fascino della meccanica quantistica.
Ragionare in maniera più ampia e più libera non può fare che bene, anche se non si è fisici o scienziati.
complimenti per il post, argomento molto interessante.
l’unico appunto che ti faccio è su questo passaggio venato di pessimismo:
“Di certo c’è soltanto che sappiamo ben poco di tutto ciò che ci circonda e che, tranne poche menti geniali (e folli), ci accontentiamo sempre più spesso delle spiegazioni banali che filtrano attraverso le religioni.”
in realtà io penso che se guardiamo alla nostra storia come homini quel tuo “sempre più spesso” sia un po’ ingeneroso.
Sì, forse sono stato ingeneroso, mea culpa.
Probabilmente è una frase che nasce dal contesto in cui abito, la provincia ancora permeata di un retaggio ultracattolico che ha insegnato alla gente a non farsi domande. Ma anche i giovani, che non si chiedono più nulla che vada al di là di “dove andiamo stasera a fare l’happy hour”.
Ok, forse sono io a essere troppo cinico. Chiedo di nuovo scusa…
In effetti però il domandarsi troppo seriamente (se non sei un fisico teorico almeno) se la realtà esiste, potrebbe dare dei problemi di ansia.
Confesso che a me è venuta l’ansia a leggere il libro di Barbour, “La fine del tempo”, tanto che non sono riuscito a finirlo.
Se ti lasci trasportare (è un saggio, non è narrativa, ma proprio per questo, pur essendo meno coinvolgente dal punto di vista dell’immedesimazione, a volte pensi: avrà mica ragione? E ti tocchi le palle) a un certo punto ti viene a mancare la terra sotto i piedi.
Da qui l’ansia.
Dal punto di vista pratico conviene prendere la realtà come ci viene proposta dai nostri 5 sensi. E bòna lì.
Sì, immagino che sia tipico di una certa indole caratteriale complicarsi la vita con certi interrogativi che, come dicono quelli che non amano molto i libri, “tanto non portano a un cazzo”.
Ma vivvaddio che qualcuno si pone ancora certe domande. No?
Certo. Fatti non foste per viver come bruti, no?
è il mio primo comandamento 😉
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Tornando agli studi universitari, mi viene in mente Kant, con la sintesi delle categorie. L a mente è organizzata in scaffali che “sintetizzano” cioè organizzano il caos sensibile, cioè quello che è l’esistente percepito dai sensi. E Aristotele prima di lui sosteneva un sistema simile. La filosofia ha anticipato tutto pur rimanendo quasi immobile…
Successivamente Aldous Huxley e il cervello valvola, l’universo olografico di Bohm e in fine il più grande filosofo di tutti i tempi, Bill Hicks che alla fine dei suoi spettacoli diceva “Oggi un ragazzo in acido ha realizzato che tutta la materia non è altro che energia condensata ad una lenta vibrazione, che siamo tutti una sola coscienza che ha esperienza di sé soggettivamente. La morte non esiste, la vita è solo un sogno e noi siamo l’immaginazione di noi stessi”
Grazie per aver tirato fuori questo argomento.
Mauro
Prego, figurati 😉
E’ un piacere leggere tanto entusiasmo per un argomento che a volte spaventa dal tanto che sembra fantascientifico…
La citazione di Bill Hick è belllissima, me la segno perché vale la pena conservarla e riutilizzarla in taluni momenti…
Bill Hicks era un grande, quella citazione era sul fatto di come i media demonizzino l’uso di certe sostanze preferendo raccontare sempre storie del tipo “un ragazzo ha preso un acido e si è ucciso buttandosi dalla finestra pensando di poter volare” con esilarante commento su quanto sia da idioti provare a volare buttandosi da un balcone invece che decollando da terra… xD
folgorante e abbastanza in topic anche la sua visione della vita:
“La vita è come un giro sulle montagne russe al luna park, e quando tu ci sali pensi sia reale, perché questa è la forza delle nostre menti. Si sale, si scende, si ruota su sè stessi… ci sono momenti spaventosi e altri più rilassanti ed è tutto così colorato. ed è tutto molto rumoroso e divertente, almeno per un pò. Alcuni sono stati sulla giostra molte volte e, quindi, hanno iniziato a chiedersi: “É tutto vero… o è soltanto una giostra?” e altre persone se ne sono ricordate e si sono rivolte a noi dicendoci: “Hey, non preoccupatevi, non abbiate mai paura. Perché è soltanto una giostra.” E abbiamo ucciso quelle persone. Fatelo tacere, ho investito un mucchio di soldi in questa giostra, fatelo tacere! Guardate la mia fronte corrugata dalla preoccupazione… guardate al mio grande conto in banca, e alla mia famiglia…
questo deve essere reale… É soltanto una giostra. Ma uccideremo sempre quegli uomini buoni che cercheranno di dirci “Ve ne siete mai accorti di questo?”. E noi permettiamo che i demoni possano spargere il caos. Ma non importa… perché è soltanto una giostra, e possiamo cambiarla ogni volta che vogliamo. É soltanto una scelta. Nessuno sforzo. Nessun lavoro. Nessun impiego. Nessun risparmio di denaro.
Soltanto una scelta, proprio adesso.
Tra la paura e l’amore.”
Grandissima citazione, ti ringrazio di cuore
Mi hai riportato al primo anno di università, quando ho studiato fisica quantistica, in un esame chiamato Elementi di Struttura della Materia (che da qualche parte è conosciuto come Fisica Generale 3). Ebbene, io da futuro ingegnere di devo dire che è la base di moltissime cose, compresi i funzionamenti degli apparecchi elettronici, quindi è una branca della fisica che ha un grosso peso, inutile negarlo.
E devo ammettere che io stesso mi sono lasciato affascinare dal lato “narrativo” di questo tema, dal momento che tempo fa avevo creato un modulo di GdR chiamato “Quantix”, in cui la fisica quantistica era un approccio di tipo “magico”, si potevano attraversare i muri sfruttando gli “spazi vuoti” degli atomi e altre cosette del genere… 🙂
Tutto ciò per dire che questo articolo mi è piaciuto, sì sì.
Ciao,
Gianluca
Ai fini narrativi e ludici la fisica quantiastica è davvero una manna.
Anch’io ogni tanto la sfrutto per giustificare le cose “magiche”, nella variante della famosa citazione di A.C.Clarke: Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
E grazie per aver apprezzato 😉
Lo sapevo che non mi avresti deluso, questo post è interessante sotto diversi punti di vista!
Parto dal fondo, quando dici che la manipolazione della realtà è quel che facciamo scrivendo libri e racconti. Giusto, condivido in pieno. Così come ti do ragione riguardo alla limitata forma di percezione della realtà, per esempio altri animali hanno uno spettro visivo superiore al nostro che gli mostra colori che noi forse non immaginiamo neppure. Tuttavia la realtà ha una sua forma, uno schema o un programma – che magari possiamo chiamare pure Struttura, come quello di Matrix – e quel che noi percepiamo dipende dai sensi della nostra specie. In un certo senso il riscrivere la realtà con l’immaginazione e questa percezione della realtà si combinano nell’osservazione delle nuvole, dove vediamo forme che siamo portati a riconoscere nella vita quotidiana.
Queste “illusioni” sono in realtà strumenti indispensabili del vivere quotidiano, ci servono per interagire col programma Struttura, a partire dal riconoscimento facciale, che non solo ci permette di ricordare i volti delle persone, ma imprime così profondamente in noi la sua subroutine da mostrarci una faccia anche dove non c’è, magari nelle macchie di umido sulla parete o in un qualsiasi oggetto di uso comune. Lo schema è così semplice da aver condotto all’utilizzo delle emoticons.
Tutto questo è un formidabile mezzo che, unito all’intelligenza e alla creatività personale, riesce a creare mondi paralleli e realtà diverse dalla nostra. Ne vediamo i risultati non solo nella scrittura ma anche al cinema, nei fumetti e nell’arte in genere. La realtà che percepiamo e che interpretiamo è soggetta a piccole variazioni sul tema, ecco perché esistono stili e generi diversi, un po’ come ci sono opinioni e correnti politiche opposte. Interpretiamo questa realtà coi mezzi che abbiamo, ma anche con l’esperienza personale, che produce un filtro che deforma o altera più o meno leggermente la realtà.
A questo punto – oddio, sto scrivendo un papiro, perdonami, cercherò di essere breve – mi balzano in mente le malattie mentali che alterano la percezione della realtà. Una di questa, tanto per accennare ai cospirazionisti, è il Pensiero Magico (che mi sta incuriosendo/ossessionando da qualche tempo), ossia la ferma convinzione che si possa piegare la realtà compiendo determinate azioni, desiderandolo fermamente o rivolgendosi a entità nella cui esistenza si è pienamente convinti (dal mio punto di vista ateo, se abbastanza persone credono in una cosa allora quella è una religione, ma se sono in pochi o uno solo, allora si parla di follia), così oggi le nuove “religioni” che vedo emergere sono il culto dei Grigi, dei Rettiliani, degli Oscuri Signori dell’Universo Vattelappesca eccetera. Gente che nel tentativo di dare un significato alla realtà si è smarrita nelle proprie illusioni, costruendosi uno schema che corrisponda alle loro necessità personali piuttosto che a quelle pratiche mostrate dall’evidenza (mi vengono in mente certi scivoloni delle grandi religioni attuali, ma lasciamo perdere), una sorta di culto nato dalle leggende metropolitane come una qualunque religione figlia del suo tempo.
Ecco, ma forse è meglio che mi fermi qui e vada in ufficio a fare qualcosa di utile, piuttosto che trollarti inconsapevolmente… oddio, m’è presa una logorrea imbarazzante, scusami scusami scusami, non volevo parlarmi addosso, è che a volte mi piglia così.
Innazitutto grazie. Per i complimenti e per il lunghissimo commento che vale da solo quanto il mio post 🙂
Interessantissima la tua annotazione sul Pensiero Magico.
Per asssociazione di idee mi vengono in mente quelli che credono nella medicina quantistica, o perfino certe interpretazioni pseudoscientifiche dei cosiddetti miracoli. In effetti c’è roba da studiare da qui a chissà quando. Il campo è vasto, praticamente inesplorato e (purtroppo) si presta a manipolazioni e furberie di vario genere.
Da un punto di vista un po’ meno scettico rilancio con un interrogativo lasciato in un altro commento da qualche parte qui sopra: e se tra i tanti “matti” che dicono di sentire voci o di vedere cose che noi non vediamo ci fosse davvero qualche poveraccio che, per sua sfortuna, ha una percezione più vasta della Realtà? (O Struttura, o come preferiamo chiamarla… è uguale).
Non voglio affermare nulla, anzi, sono il primo a essere convinto di aver scritto una corbelleria, ma la provocazione in fondo ci sta.
Penso anche ad alcuni visionari del passato, vedi Giovanna D’Arco, la cui figura è stato “ovviamente” inquadrata a favore della propaganda religiosa o contro-religiosa.
Ma, senza scomodare i “vip”, quasi ogni giorno si leggono notizie di tizi che compiono qualche scemenza perché spaventati da “voci” o “visioni”.
Il 99% di questi sono senz’altro persone bisognose di terapie psichiatriche. Il 99%, appunto…
Parlandone da un punto di vista ipotetico/letterario, secondo me, se qualcuno sviluppasse la capacità di vedere la realtà in modo più completo sarebbe “tecnicamente” un Profeta o un Messia, ma verrebbe catalogato come pazzo e sottoposto a cure farmacologiche perché le sue affermazioni non potrebbero essere provate (certo, a meno che non abbia carisma o non sia furbo, in quel caso potrebbe farsi seguire dalle persone giuste – che sono “ricche” o “tante” – e diventare il Guru di una nuova Fede); invece se fosse in grado di manipolarla e mostrarlo a tutti, sarebbe un Dio e un pericolo pubblico, perché una tale conoscenza/potenza ignota ci spaventerebbe a morte.
Forse ce ne sono stati e forse no (io propendo per la seconda), ma questo è ciò che penso accadrebbe ora o sarebbe accaduto in passato. In questi casi tiro in ballo il Pensiero magico perché ritengo sia più comune di quanto si creda, visto che ancora oggi la gente vive di superstizioni e opera gesti e scongiuri che dovrebbero avere effetto sulla realtà, ma che a conti fatti non sono altro che piccole o grandi follie quotidiane. Dipende sempre a cosa portano.
Si tratta di una conversazione che potrebbe durare all’infinito (tanto per buttarla in termini quantistici)!
Il segreto è il punto di vista: noi percepiamo la realtà in questo modo perché per certi versi siamo programmati a vederla così. Come il tempo (che in realtà considero co9llegato a doppio filo con l’argomento da te trattato) non siamo in grado di percepirlo in altra maniera se non quella lineare.
Non so se nel futuro l’essere umano potrà aprire porte che gli permettano di vedere le cose da un’altra ottica. Lo spero, mi piace immaginarlo, ma è troppo distante anche solo per inventarsi qualcosa di plausibili.
Però il tuo accenno ad una rete neurale di cervelli mi riporta ad un altro argomento: la coscienza collettiva.
Personalmente sono sicuro che esista una sorta di flusso mentale che collega tutti quanti (qui dovrei entrare anche nel mondo dei sogni ma mi sembra che sarebbe andare un pò troppo fuori strada) e non mi stupirei se prima o poi si scoprisse che condividiamo tutti, creandolo al tempo stesso, un magazzino infinito di pensieri.
Siamo energia, questo è appurato, quindi tecnicamente in grado di fare molto più di quello che crediamo.
Spiriti, fantasmi o manifestazioni più o meno reali di poteri sensoriali, sono tutti fenomeni che troverebbero una spiegazione, se la teoria quantistica venisse provata e appurata.
Ma questa è un’altra storia…
Ottimo: anch’io la vedo come te sulla coscienza collettiva.
Sono anni che studio – pur da profano – la materia, e mi sono convinto pure io che qualcosa di molto simile può esistere, eccome.
Inoltre sì, spiegherebbe un sacco di cose.
Siamo vicini a testare queste teorie? Purtroppo no. Un po’ per mancanza di voglia (si tratta di campi troppo filosofici, poco pratici per chi vede la scienza nientemeno che come un altro sistema per far soldi). Un po’ perché non abbiamo ancora le capacità tecnolgiche per misurare qualcosa di così aleatorio e ipotetico.
Ma, se un giorno ci arriveremo, senz’altro le nostre vite cambieranno.
Intanto continuiamo a farci domande…
Ma “icittadiniprima di tutto” esistono?
La risposta è dentro di te (ma è sbagliata).
Ma che bel post, ci vado a nozze!!! ;-).
Di primo acchito, leggendoti, ho pensato all’universo olografico di Bohm, che era un fisico quantistico amico del mistico Krishnamurti…entrambi convinti che la nostra sia una realtà illusoria, declinazione parziale di un Reale situato altrove, al di fuori dello spazio e del tempo ma è qualcosa di molto difficile anche solo da immaginare per chi è immerso nella materia e nel flusso del tempo, per chi percepisce il mondo attraverso cinque sensi. Come si fa a cogliere in assoluto qualcosa, vivendo nel tempo? Dovremmo avere contezza di ciò che è stato, è e sarà, indipendentemente da dove ci troviamo nella materia e questo punto di vista dovrebbe essere omnicomprensivo. Chiaramente impossibile, in questa forma. Inoltre ognuno di noi, pur essendo dotato degli stessi cinque sensi, percepisce un diverso strato di realtà che si intreccia con quello degli altri. E non esiste uno strato uguale all’altro, ne’ una percezione uguale all’altra. Anche fossimo accanto a guardare il Duomo di MIlano, il “mio” Duomo non sarebbe mai uguale al tuo. Al limite ci potremmo illudere che sia così perché ricorreremmo a un linguaggio comune per descriverci reciprocamente ciò che vediamo ma non dovremmo confondere il modello con la Realtà: dopotutto come fai tu a sapere che quando ti dico, che so, che il cielo è blu – esempio terra terra – il colore che descrivo non sia da me percepito come il tuo…giallo? E se poi questa Realtà è fatta per la maggior parte di vuoto e i quark possono essere descritti e misurati in maniera probabilistica, c’è di che vacillare. Ma poi pensiamo anche a illusioni risapute, pensiamo al movimento fluido che crediamo di vedere al cinema guardando un film. Pensiamo a come vedono alcuni animali rispetto a noi (più grande, più piccolo, in bianco e nero, con uno spettro di colori più ampio). Il nostro pare proprio un mondo di inganni e di illusioni, oppure un grande gioco al quale prendere parte senza pretendere di sapere tutto o di spiegare tutto.
E io ti leggo ammirato, perché hai aggiunto dettagli e considerazioni che nel mio post ho trascurato, ma su cui spesso e volentieri rifletto.
Oltre agli animali, che percepiscono il mondo in modo diverso al nostro, tempo fa avevo scritto un articolo che riguardava anche la percezione dei bambini.
Non a caso i primi anni di vita vengono correlati spesso correlati con la “fantasia”, ovvero con la visione di cose che poi già da adolescenti tendiamo a rinnegare. L’articolo ipotizzava che perfino le “convenzioni sociali” siano presto in grado di limitare la nostra già scarsa comprensione del mondo.
In pratica per alcuni psichiatri borderline i bambini possiedono la facoltà di vedere e sentire realtà ultra-dimesionali.
Era un articolo un po’ sensazionalistico ma forse varrà la pena riproporvelo, prima o poi 🙂
Aaahh, finalmente ho un attimo di tempo, dopo lo scatafascio di là da me, per commentare questo spettacolare articolo…
Sono d’accordo specialmente con “La Mente Computer” che mi pare un’ipotesi tutt’altro che campata in aria. Dal momento che è palese che i nostri sensi sono limitati e ad essi noi abbiamo fatto corrispondere la realtà, mi sembra normale, sapendo che esistono fenomeni che non possiamo percepire, che la definizione stessa di realtà dovrebbe essere rimessa in discussione. E tale consapevolezza fa paura.
Adesso ti faccio un esempio banale, che però è indicativo. La stessa fenomenologia spiritica, in realtà, alcuni fisici la spiegano in questo modo. Ovvero, lungi dall’essere le anime del purgatorio che si vogliono manifestare, magari tali manifestazioni, se fossero reali sarebbero soltanto nuovi stati di esistenza che noi, normalmente, per la nostra limitatezza sensoriale, non riusciamo a percepire. ^^
Bentornato 😉
Riallacciandomi a quel che dici tu ci sono dei libri che parlano dell’Aldilà ipotizzando più o meno ciò che scrivi a proposito dello spiritismo.
In tal senso anche i fenomeni di esperienza pre-morte non sarebbero altro che momentanee espansioni delle nostra percezione della realtà (o di un’altra realtà).
Il che fa sperare in una trasformazione che segue la fine della vita così come la conosciamo. Peccato non avere ancora prove in merito ma, pur da scettico, sono fiducioso, dai 😉
In fondo ho già cucinato con Gwyneth! 😀
Ma avevi lo zaino protonico? E hai incrociato i flussi? 😀
Dai, il punto è che l’al di là, potrebbe voler dire solo al di là di ciò che riusciamo a percepire. Cosa fantastica, se ci pensi.
E l’ipotesi Gwyneth e cucina fa un po’ Caprica e realtà virtuale. Che in fondo non è che una stimolazione mirata dei cinque sensi. Cioè, basta davvero “poco” per ricreare la realtà. Tutto sta a capire come. ^^
Vedo un futuro fatto di realtà “contraffatta”, venduta a chi ha qualche soldo da spendere.
No, non è Internet, è qualcosa di più totale, come l’esempio che citi tu.
Non mi spiacerebbe nemmeno 😉
Niente è reale, tutto è lecito. [Altair]
Gli assassini nel 1100 avanti cristo già la sapevano lunga sull’apparenza della realtà.
Post veramente ispirato devo dire, e mi fa piacere averlo letto anche perchè penso mi darà una mano a risolvere un mio problema letterario ahaha. 😀
E’ sempre un piacere 🙂
“E, se anche qualche domanda ce la facciamo, le risposte sono quasi sempre di due tipi: religiose o iperazionali.”
C’è una terza via, quella degli agnostici (alla Bertrand Russel, per intenderci)
“Riassumendo: il mondo fisico è una sterminata gamma di frequenze che noi decodifichiamo attraverso il nostro software biologico (i cinque sensi), che tuttavia risulta essere piuttosto limitato. Tutto il resto? E’ altrettanto “reale”, ma del tutto al di fuori dalle nostre attuali capacità di percezione.”
E poi ci sarebbero le vibrazioni e la materia oscura.
Per il resto, molto simpatico.
Ciao
http://squadraecompasso.wordpress.com/
La fantascienza descrive come vuoto legante quello di cui siamo fatti, per le nostre percezioni ti consiglio Il Cervello Quantico Jeffrey Satinover e affascinante e riprende e amplia gli imput di Alcuni romanzi di Rolling
Splendido post.
M’inquieta l’idea del “paesaggio percepito come una specie di internet collettiva mentale” (tu l’hai detta in modo piùdotto). Da dove parte questa comune percezione? Sin da neonati? E’ innata? Ci viene “indotta” da qualcuno/qualcosa fuori dal nostro flusso tempo-spazio?
E’ vero che avendo ad esmepio gli stessi bulbi oculari, le stesse mani (dotate di tatto) e via includendo tutti gli altri sensi abbiamo un substrato di comune percezione.
Ma gli animali? Teoricamente dovrebbero percepire come noi?
O l’interpretazione del mondo esterno viene filtrata dall’ambiente sociale?
Cioè io ed il pesce rosso vediamo le stesse cose nello stesso modo (non sto parlando di colori)?
Oppure più semplicemente siamo in una grossa astronave-laboratorio olografico dove alieni ci stanno studiando da millenni, così, per il gusto di farlo.
Potrebbe anche essere che sognando (di notte) la nostra coscienza si “stacchi” dalla matrix-realtà e vada nella “vera” realtà, quella fuori dal flusso tempo-spazio.
Belle domande.
La versione cospirazionista sostiene che si tratta di una comune percezione indotta da “terzi fattori”, per imprigionarci in una sorta di… prigione olografica da cui non c’è scampo. E in cui viviamo, chi più chi meno, come schiavi.
Ovviamente chi studia in maniera seria queste teorie esclude delle spiegazioni così buffe, ripiegando su un più semplice “è una cosa innata”.
La verità è che una risposta non esiste ancora.
La faccenda dei sogni è mooolto interessante e si riallaccia al discorso delle esperienze pre-morte. Se interessa, ci tornerò su con calma. Forse ne vale pena.
Sull’essenza della realtà e la sua percezione se ne è disquisito e studiato fin dalla notte dei tempi. Basta pensare a Diogene e a tutte le scuole di filosofi greci tra le quali la randomatica…La percezione è assolutamente relativa e personale di ogni individuo e ce ne si accorge anche solo da piccoli, minimi particolari: i colori, gli odori, le impressioni… Ricordo che da bambino giocavo a fissarmi per lungo tempo allo specchio e capitava di domandarmi “chi” era la figura riflessa, come se il mio pensiero fosse un pensiero esterno al corpo e confesso che saltuariamente, questa estraniante impressione, la subisco ancora adesso.
A proposito di specchi e di realtà percepita, ti consiglio questo buon horror italiano che più o meno pone gli interrogativi citati nel tuo commento: http://mcnab75.livejournal.com/130645.html
Adesso mi risale la scimmia per la quantistica!!!!!!!!
ho ritrovato un articolo interessante sulla realtà plasmata dai sensi e la spiritualità
http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/salto-quantico.php
Vado a leggerlo…
OK, poniamo tutte le domande che vogliamo…ma, per carità, evitiamo di metterci dentro la solita paccottiglia stile X-file con rettiliani, governi ombra e baggianate simili.
La cosa che a me affascina parecchio mi deriva da una grossolana spiegazione della teoria delle stringhe, esposta dal padre della fisica moderna stephen Hawking, in un programma a tema prodotto dalla FOX. In questa spiegazione si ragionava su come attraverso una comune radio FM, fosse possibile captare una certa frequenza piuttosto che un’altra. Il fatto che, in un determinato momento, si decida di far tradurre alla nostra radio una certa frequenza e di tralasciare tutte le altre, non significa che quelle frequenze, in quel dato momento, non coesistano nello stesso ambiente.
Allo stesso modo, gli infiniti universi possibili, e le molteplici dimensioni che si sommano alle nostre canoniche 3, coesisterebbero con il nostro universo sensibile, ma sarebbero a noi invisibili per due motivi: il primo è il limite naturale dei nostri organi sensoriali, a cui si potrebbe porre rimedio utilizzando delle tecnologie adatte; il secondo, ben più insormontabile, è il limite del nostro cogitare. Anche il nostro cervello ha dei limiti, e ci rende impossibile pensare certi concetti. Ad esempio non ci è possibile pensare all’infinito (la stessa parola non è altro che la negazione di “finito”) o eterno, semplicemente perché noi siamo esseri finiti, spazialmente e temporalmente.
Collegandomi a questa teoria, ho spesso indugiato sul pensiero che forse la realtà percepita è l’unica realtà. Che il concetto di realtà sia sopravvalutato nella sua accezione assolutista. Mi spiego.
Se la realtà è tutto l’universo del possibile, se esistono infiniti universi dove ogni probabilità, anche la più assurda, si concretizza infinitamente nelle sue infinite sfumature, allora non esiste la finzione! perché ogni cosa che immaginiamo deve per forza esistere, da qualche parte, nell’infinito degli universi possibili. Se tutti questi universi coesistono, e ciò che ci permette di vederne solo uno, nelle sue connotazioni principali, dipende solo dal filtro delle nostre percezioni, allora ciò che le mie percezioni filtrano è effettivamente una porzione del “tutto reale”. Allora, se le mie percezioni dipendono dalla mia sensibilità, dal mio essere, dalle mie esperienze e dalla mia psiche; allora anche il frutto della mia creatività deve essere un filtro del “tutto reale”.
Quindi si, tu hai cucinato con Gwyneth Paltrow, e da qualche parte esiste un mondo disco sorretto da 4 elefanti, sul carapace di una enorme tartaruga che fluttua nello spazio.
Perfetto, hai capito esattamente cosa volevo dire io in questo post, da profano quasi totale.
E’ una teoria incredibile e che provoca più di una vertigine.
Ed è anche una teoria maledettamente affascinante.
Mi fa piacere non essere l’unico a indugiare – di tanto in tanto – su questi voli pindarici della mente.
Allora noi non scriviamo Fantasy, Fantascienza, Steampunk, Fiction, stiamo semplicemente narrando la realtà. Di un altro Universo.
Beh sono teorie davvero affascinanti! Domande sul senso della vita, sulla realtà ecc ecc me le faccio spesso ma le tengo x me, sembra k alla gente dia quasi fastidio parlare di certe cose.. Booh! Comunque grazie per lo spunto leggerò sicuramente al riguardo
Ciaooo a tutti,
due parole per aiutarvi ad eliminare dubbi……
La materia nel gergo che l’ha conosciamo noi, non esiste al 100%.
Ciò che si muove si chiama frequenza/energia.
Da un po di tempo la scienza che studia “{la materia,}” si chiama fisica dell’ informazione.
Il cervello con i suoi 21 sensi che a sua volta frequenza /energia é, sfrutta e decodifica informazione delle frequenze dadonci inganno e illusione che esista ciò che per noi ci sembra reale…………..
Due piccoli esempi : la luce e colori.
Non esistono perché?
Il fotone è una frequenza (completamente buia nella sua natura) quando il recettore”occhio” lo percepisce lo invia al cervello, il cervello lo decodifica in luce. LA LUCE È DENTRO DI NOI, illusione ci fa credere che sia nello spazio.
Tengo a precisare che lo spazio non esiste come il tempo.
I colori che vediamo seguono lo stesso principio…..
Se vedessimo la realtà strutturale di una foglia verde, non avremmo più dubbi in merito.
Morale della favola il cervello di qualsiasi forma di vita con aiuto dei recettori e trasmettitori in base alla struttura che presenta crea una realtà illusoria al momento della decodificazione che attua, efetto é dentro di noi.
Da tenere presente non c’è materia, bensì frequenza /energia.