Angelopolis e il ragionevole dubbio

angelopolis

Due estati fa mi è capitato di leggere, assolutamente per caso, il romanzo Angelology, di Danielle Trussoni. L’ho anche recensito, e in maniera piuttosto positiva. Tra l’altro, se vi interessa recuperarlo, sappiate che da un po’ di tempo è disponibile in formato tascabile, a dieci euro, prezzo onesto per il valore del libro.
Ne riparlo ora perché ho scoperto, seguendo la Trussoni su Twitter e su Facebook, che è da poco uscito il seguito, Angelopolis, e che verrà pubblicato a maggio da Editrice Nord, credo col titolo La Città degli Angeli. Quasi sicuramente lo vedremo impilato tra i tanti, tantissimi libracci paranormal romance e fantasy young adult che oramai hanno colonizzato i megastore italiani.
Sì, proprio quelli con le copertine tutte uguali, perfino negli accostamenti cromatici (viola, rosso, nero), nelle foto (bei ragazzi/belle ragazze in pose a metà tra il sognante e l’addolorato) e spesso anche nei titoli. Roba che, solo a vedere quegli scaffali, viene da scappare come Superman davanti a una mostra di gioielli in kryptonite. Eppure, se Angelology non mi fosse capitato per caso tra le mani, proprio da quegli orribili scaffali, mi sarei perso un buon romanzo.

Angelology ha sì delle strizzate d’occhio ad alcuni cliché del paranormal romance, ma è soprattutto una bella storia, documentata, ricca di dettagli affascinanti e con più aspetti positivi che non negativi.
Il merito va in buona parte all’autrice. Daniele Trussoni, americana, laureata in inglese e in storia, con una lunga serie di racconti  pubblicati per testate quali il The New York Times Magazine, il Telegraph Magazine e Tin House. Non è, insomma, la classica adolescente trasformata dall’agente letterario di turno nel “caso editoriale” del mese. Sì, del mese, perché oramai di libracci “sorprendenti” ne escono a decine ogni anno.
La Trussoni è brava e preparata, e si vede. Il mondo di Angelology e di Angelopolis è qualcosa a metà tra l’urban fantasy e l’ucronico, uno scenario in cui l’esistenza degli angeli è documentata dalle loro tante interazioni nella storia umana, tanto che esistono scienziati e università che né studiano le caratteristiche fisiche e spirituali.Il resto delle mie considerazioni le ho fatte in sede di recensione del primo libro; se l’avete letta sapete già tutto.

Danielle Trussoni.
Danielle Trussoni.

 

Tutto ciò mi porta a una considerazione, a un interrogativo: è possibile che sui sopracitati scaffali si nascondano altre perle, relegate nelle mangiatoie per i porci? Se la risposta è sì – e i dubbi portano tutti in questa direzione – ho la sensazioni che scoprirle sarà davvero difficilissimo, praticamente impossibile.
Il “merito”, ancora una volta, va agli editori italiani, che oramai etichettano tutto come young adult e paranormal romance, probabilmente senza nemmeno avere la consapevolezza totale di ciò che pubblicano. Assurdo? Esagerato? Purtroppo credo di no.
Incuria, poca preparazione e voglia di facili soldi (i generi appena citati sono gli unici che in Italia riescono a vendere benino) inducono a risultati di questo tipo. Ed è vergognoso, diciamocelo.

In realtà un modo per separare le schifezze – che comunque sono in netta maggioranza – dalle perle, c’è. Basterebbe risalire ai titoli in lingua inglese e fare una rapida ricerca su Internet, alla ricerca di recensioni, o anche solo delle copertine originali, che a volte danno già un’idea di quanto gli editori italiani hanno stravolto il concept del libro.

Intanto, vada come vada, io ho dato il giusto merito a Danielle Trussoni e alla sua saga. Quando avrò letto il secondo volume ne saprete di più. Intanto, se volete, date un’occhiata al suo sito ufficiale. Oltre a trovare i contatti social dell’autrice, potrete navigare nella sezione dedicata al mondo di Angelology, tanto per farvi tentare. Vi pubblico anche una piccola gallery di screenshot di questa sorta di interessante sourcebook, così capite bene ciò che intendo quando parlo di “progetto dettagliato”.

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12 commenti

  1. Immagino che tu abbia ragione, e che forse qualche buon titolo è annidato lì in mezzo, in quegli scaffali pieni di libri da fast food. Sarebbe un bel problema per me, visto che sto lontano da quegli scaffali almeno 20 mt, e da un po’ preferisco evitare le librerie.

    1. Lavorando a Milano io in Feltrinelli ci passo due volte a settimana. A volte ci vado in pausa per leggere a scrocco. Ultimamente ho notato un leggero miglioramento nelle proposte, forse perché vedo che la moda dei vampirLi sta andando pian piano a scemare.

      Ovviamente la rimpiazzeranno con qualcosa di altrettanto osceno.

  2. Letto anche io un paio di anni fa e, soprattutto, procuratomelo allo stesso modo. Finito per caso tra le mie mani, fino all’ultimo ero indeciso se comprarlo o meno, ma, bho, pensavo non fosse come le altre schifezza (perchè tali, sono) tra cui era.

    Un magnifico libro, che mi sarebbe potuto sfuggire per come è stato impostato dall’editoria Italiana: Il nuovo,ennesimo, caso di romanzo con angeli innamorati…fortuna che non era così 😀

    1. Sì, anch’io temevo la solita storia trita e ritrita di angeli che si innamorano di liceali.
      Per fortuna la Trussoni ha scritto qualcosa di completamente diverso, anche se da noi il suo romanzo l’hanno messo su quegli scaffali 😛

  3. Servirebbe un coraggioso che si spulciasse gli scaffali in cerca del materiale valido.
    Anche perché, ahimé, di gran parte dei recensori di materiale young adult/paranormal romance là fuori non sono esattamente affidabili – o è tutto belliccimo, o spendono migliaia di parole per spiegarci nel dettaglio perché fa tutto schifo.
    Servirebbe un recensore equilibrato che si spari tutto il catalogo del ciarpame in cerca dei gioielli nella polvere – praticamente impossibile.
    E poi non consiglierei tale tortura neanche al mio peggior nemico.

    1. Oso dire che occorrerebbe forse più gente capace al lavoro nelle case editrici.
      Magari qualcuno che conosce la differenza tra young adult e romanzi normali.
      Qualcuno che ha un minimo di consapevolezza dei nomi affermati che pubblicano in questo o quel genere, senza pescare nel mucchio.
      La sensazione che ho è che molte case editrici – anche tra quelle storiche e importanti – pubblichino quasi alla cieca.

  4. Hai fatto bene a dire questa cosa .. anch’io ho comprato talvolta un libro “tanto per vedere” e mi sono trovata tra le mani qualcosa di buono. E’ stato il caso de “Gli inganni di Locke Lamora” che mi è piaciuto quasi fino alla fine. Sono allergica agli angeli e al PR ma sono sempre ben disposta a ricredermi in caso di buona scrittura e belle storie.

  5. Poco tempo fa mi hanno detto “ehi guarda questo che ti può interessare!” e mi hanno propinato un trafiletto credo su vanity fair che parlava di una autrice giovane specializzata in nonsocosa che aveva scritto una love story con protagonista una tipa che si innamorava follemente di un angelo-troppobelloperesserevero e supportato dal commento della ‘giornalista’ che diceva “finalmente anche gli angeli diventano sexy”, una boiata simile. Da allora ho un rigetto per questa moda quasi totale. Spero non si tratti di questa autrice che ok, i Niphilim sono molto pittoreschi in mitologia e siamo tanti che magari li usano nei propri racconti, ma questa di Angeology mi sembra ragionata come trama (a parte il particolare evergreen del protagonista pseudorfano). Il fatto è che quando invece c’è stato il boom del young adult – testimone che se cerchi libri Horror non li trovi nel settore horror e non sanno dove andare a prendere Lovecraft “chi?” quando chiedi- trovi millemila cose veramente assurde, però uno su cento per caso, seminascosto, di valido e bello, lo trovi; avevo trovato la Jennifer Rardin per caso che, anche se il suo primo era un pochino scontato in alcune cose, mi è piaciuto molto perché era scritto bene e c’erano parti divertenti – e protagonisti adulti-. Nel Fantasy adesso è uguale: se prendi 10 libri, sono tutti uguali, solo per puro caso ne trovi uno buono, nascosto, in ombra, dimenticato da qualcuno, edito in italia perché magari chi lo ha curato ha deciso di crederci durissimo e di investire in qualcosa di diverso.

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