Anche gli ebook si sparano le selfie

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Breve post di servizio.
Come avete notato – perché l’avete notato, vero? – ho cambiato leggermente la grafica del blog. Ho rimesso provvisoriamente lo sfondo nero col testo in grigio chiaro. Ho cambiato il font di testo e titoli, anche se non in modo radicale. Soprattutto, ho aggiornato i tastini dei miei contatti social.
Li vedete alla vostra destra, come prima casella del menù di Plutonia Experiment. Mi trovate su Facebook, Twitter, G+, Tumblr e anche su Instagram.
Ecco, quest’ultimo social network non l’avevo ancora linkato al lavoro che faccio quotidianamente, qui sul blog, ma ho deciso di aggregare anch’esso, per completezza.

Per i pochi che non lo sapessero (dove siete stati in questi ultimi anni, su Urano?), Instagram è il più frequentato social network di photo sharing. In pratica serve per pubblicare nell’immediato le foto che scattate con cellulari e tablet, modificandole con simpatici filtrini, e condividendole infine coi vostri followers.
Una manna per chi è egocentrico, per chi ama farci sapere cosa sta mangiando a colazione, per chi muore dalla voglia di fotografare gattini, cani e canarini, per chi viaggia etc etc.
Io lo uso soprattutto per vedere le selfie (autoscatti) delle mie celebrità preferite, ospiti comprese. Eh sì: i vip sono molto più attivi su Instagram che non altrove.

A parte questo nobile uso “passivo” del social network in questione, su Instagram pubblico occasionalmente le foto delle mie scampagnate, qualche scatto estemporaneo di acquisti e di minchiate nerd, di cui casa mia è piena, e cose del genere. Nulla di pretenzioso, eh.
Tuttavia i guru dicono che ora Instagram serve anche a fare promozione a prodotti, articoli, attività creative etc. Lo fanno già diversi grandi brand, ma anche molti piccoli ma fantasiosi freelance. Se volete saperne di più, leggetevi questo articolo, che è esaustivo.

Insomma, pare che pubblicando “la storia del tuo prodotto”, usando gli hashtag (importantissimi, su Instagram) giusti, si possa ottenere un po’ di sana e, perché no, simpatica promozione.
Ho già provato, mettendo online alcune copertine dei miei ebook e varie concept art. Il risultato: molti apprezzamenti ricevuti da… utenti anglofoni. Che probabilmente hanno la “cultura” delle hashtag, molto più di noi. Risultato? Non venderò mezzo ebook in più, perché sono scritti in italiano, ma farò nuove conoscenze. Il che, visto che non solo di royalties vive l’uomo, mi va benissimo.

Comunque sia, continuo a preferire le selfie di Elisabetta Canalis.

PS – Dimenticavo due altri referrer: il mio Tumblr dedicato al glamour, e la fanpage di Plutonia Experiment su Facebook, che sta venendo su davvero molto bella. E fatelo sto click su “mi piace”, via!

Ve l'ho detto io, che è meglio Eli.
Ve l’ho detto io, che è meglio Eli.

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7 commenti

  1. Sono stato iscritto a Instagram per un mesetto. Ammetto che sono un po’ estremista quando si parla di fotografia. I simpatici filtrini a me stanno antipatici. Preferisco “belle foto”, per cui ho mollato quel social e mi dedico a Pinterest e Flickr.
    Non che i Selfie non siano presenti pure su quei social network, ma mediamente, il livello è più alto.
    Poi… è vero, ci sono anche fotografi molto bravi capaci di realizzare piccoli gioielli su Instagram. Ne seguivo un paio che meritavano. Ma non di solo social vive l’uomo, e io ne ho già parecchi sul groppone! 😀

    1. Eh, forse proprio perché non sono un fotografo mi accontento di fare foto con lo smartphone 😀
      Comunque è vero: conosco molti appassionati di fotografie che Instagram lo odiano proprio!

  2. Io, invece tra i social trovo molto utile per le mie attività all’aperto Instagram, e non riesco a farmi piacere twitter,.
    Trovo che con un paio di veloci passaggio spari una foto su fb e tw molto agevolmente, ma tutto finisce li.
    La mia vita è in action non dietro a un monitor 😀

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