Dopo i dossier che ho dedicato a Danilo Arona e Tullio Avoledo (e che presto riproporrò anche qui Plutonia), oggi è il turno di Harry Tutledove. Losangelino, classe 1949, laureato in storia bizantina, Turtledove è un vero stakanovista della scrittura, con particolare attenzione per il genere ucronico, rielaborato in tutte le salse possibili e immaginabili. Iniziò a pubblicare nel 1979, con lo pseudonimo di Eric Iverson. Il successo planetario arrivò qualche anno dopo con l’inizio della saga della Legione Perduta. Con The misplaced legion Turtledove dà un’interpretazione particolare e matura del genere fantasy, riallacciandosi col più raffinato filone ucronico, di cui da lì a breve diventerà uno dei maestri induscussi. Il plot che sta alla base della saga è intrigante.
Un distaccamento di tre coorti di una legione romana si deve unire al grosso delle forze armate di Giulio Cesare, che si stanno preparando ad un attacco contro i Galli. La legione è capitanata da un giovane tribuno, alto e biondo, Marcus Aemilius Scaurus, originario di Mediolanum. Nel corso del viaggio, passando per una radura, la legione viene assalita da un grosso esercito gallico. Inizia così una sanguinosa battaglia. Il capo dei Galli, Viridovix, vedendo le numerose perdite nel suo schieramento, e rendendosi conto che la vittoria sarebbe potuta giungere solo a costo di perdite ancor più gravi, sfida in duello Scaurus. Gli uomini dell’esercito del generale perdente sarebbero divenuti schiavi del vincitore. Marcus si vede costretto ad accettare, per il bene dei suoi legionari.
Ambedue i duellanti possiedono, l’uno all’insaputa dell’altro, delle spade druidiche, le cui lame sono istoriate di simboli magici. Quando le spade vengono a contatto, i simboli iniziano ad emettere luce. Si crea così un’anomalia spazio-temporale, che ricopre i due duellanti, e tutta la legione. Questo varco trasporta in un posto sconosciuto la legione, ed il capo Gallo.
Il posto in questione è il mondo di Videssos, che ricorda molto il periodo buio del nostro Impero Bizantino, assediato da più parti da barbari invasori, ma anche minato all’interno da corruzione e intrighi di potere. Marcus e Viridovix, costretti a stringere un’alleanza per sopravvivere nel nuovo mondo, si vedranno accettati nei ranghi dell’Impero come mercenari.
Il fantasy di Turtledove è molto elegante, con infiniti e minuziosi riferimenti alla nostra vera storia. La magia esiste, ma è rara e quasi sempre di natura clericale o demoniaca. Tra sotto-saghe e libri che esplorano altre epoche e terre di Videssos questo ciclo arriva a comprendere ben dodici libri, di cui undici tradotti in italiano.
Di pari fama è la saga dell’Invasione, che coniuga fantascienza e ucronia. Siamo nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale quando una flotta aliena arriva sul nostro pianeta per assimilarci al loro impero galattico. Si tratta dei Rettili, creature più piccole ed esili degli umani, ma dotate di una tecnologia paragonabile a quella del nostro XXI secolo (astronavi interstellari a parte). Nonostante le previsioni di una facile vittoria, i Rettili si troveranno a doversi spartire il mondo coi più arretrati ma bellicosi umani, capaci di stringere alleanze impensabili pur di non cadere nella schiavitù degli alieni.
La saga dell’Invasione è composta da quattro enormi volumi, per un totale di oltre 4000 pagine. Gli alieni sono caratterizzati da debolezze e fallacità molto umane. Man mano che i loro piani di conquista subiscono rallentamenti essi si vedono costretti a scendere a patti con le Potenze terrestri in grado di resistere all’esercito dei Rettili. Tutta la saga abbonda di comparsate illustri, tra personaggi storici principali e secondari, quasi senza mai cedere a retorica e buonismo.
Non contento Turtledove ha dato un seguito a questo ciclo, scrivendo la saga della Colonizzazione, ambientata 25 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. I Rettili sono riusciti infine a occupare alcuni paesi meno sviluppati del pianeta, mentre altrove hanno stretto rapporti di non belligeranza con le Potenze uscite vittoriose dal precedente conflitto, tra cui il Terzo Reich tedesco. Quel che gli alieni non sanno è che gli umani, grazie a un prodigioso balzo tecnologico, sono a loro volta pronti a lanciare una nave spaziale verso il mondo natale dei Rettili.
Instancabile, Turtledove ha poi di nuovo reinventato la Seconda Guerra Mondiale, questa volta attraverso un fantasy decisamente anomalo e particolare. Si tratta della saga della Guerra dei Regni, sei massicci volumi che coprono altrettanti anni di guerra. Cambiano i nomi dei Paesi in gioco (il divertimento sta nell’identificarli man mano), la tecnologia è sostituita dalla magia “scientifica” e da un ricco bestiario di animali mitologici. I draghi fanno la parte dei bombardieri, gli unicorni quella della fanteria motorizzata, i behememoth sono come le divisioni corazzate, i leviathan sostituiscono i sottomarini, e via dicendo. Perfino la ricostruzione storica dell’andamento della guerra è piuttosto simile alla nostra, ma nel mezzo c’è questa totale sovrapposizione tra fantasy e reale che rende il tutto decisamente affascinate.
Della serie Crosstime Traffic solo due volumi su cinque sono stati tradotti per il mercato italiano. Non è la saga più riuscita di zio Harry: si parla di viaggi nel tempo e dell’esplorazioni di linee temporali alternative, ma mancano quelle singolari invenzioni che invece abbondano nei volumi finora citati.
C’è poi Timeline 191, mai arrivata in Italia. E’ una saga in cui si ipotizza una vittoria confederata durante la guerra di secessione americana e le successive conseguenze in Nord America fino alla metà del XX secolo.
Turtledove è anche autore di una serie di romanzi stand-alone, come per esempio L’agente di Bisanzio, Dramma nelle Terrefonde (vincitore del premio Hugo), Per il trono d’Inghilterra, In presenza del Nemico e Missione su Minerva. Siamo quasi sempre dalla parte della fantascienza ucronica, con risultati in media piuttosto interessanti.
I detrattori di Turtledove lo accusano di essere poco spettacolare, di scrivere storie lunghissime e di creare personaggi fin troppo low profile. Tra i suoi pregi c’è senz’altro quello di saper costruire/inventare meticolose timeline (o universi alternativi) del tutto credibili e plausibili. Zio Harry ha una penna raffinata, colta e, ma questo è inutile dirlo, espertissima.
Pensa che proprio sabato sera stavo consigliando la saga della Legione a Claudio. Sicuramente quattro volumi che non mi stancherò mai di suggerire. Curiosità: mia figlia di secondo nome si chiama Emilia…
La saga della Legione Perduta è uno dei migliori esempi di fantasy maturo. Da far leggere alle nuove generazioni, troppo abituate a mezzelfi e a quindicenni che combattono con la bravura di indomiti veterani.
Il ciclo della Legione è forse la cosa migliore di Turtledove.
Un fatto poco noto è che il buon Zio Harry ha anche una discreta pratica come autore di fantasy umoristico – io lo scoprii molti anni or sono con una cosa che si chiamava The Case of the Toxic Spell Dump, un delizioso fantasy su… una discarica abusiva di incantesimi tossici.
Il lato farsesco di Turtledove non ha mai tirato coi nostri editori, che in certi casi hanno preferito eccedere in senso opposto – presentandolo come fautore della romanità vendicata, maschio cantore delle armi, e altri deliri del genere.
Peccato, perché due risate con Zio Harry si fanno volentieri.
Ma davvero l’hanno presentato come un autore guerrafondaio?!? E dire che i suoi personaggi sono umanissimi, tutti fuorché dei classici macho, specialmente in campo ucronico. Nemmeno nel fantasy è mai scaduto in certi cliché…
Le introduzioni ai romanzi di Videssos in edizione Nord erano particolarmente fastidiose – farcite di romanità eroica, fiero onore patrio e Ventennio incompreso…
Che leggevi ‘ste due paginette e ti dicevi “O, caspita, ho comprato un libro di propaganda…?”
Roba da far andare via la voglia di leggere il romanzo…
Santo cielo, non ricordavo queste introduzioni!
E dire che Turtledove mi pare lo scrittore anti-retorica per definizione… Ma forse sono quegli articoletti introduttivi scritti senza nemmeno aver letto i romanzi…
Ho amato Turtledove nella saga di Videssos e la sua parte ucronica della 2 guerra mondiale la trovo riuscitissima……l’unico suo difetto (ma lo capisco quando sei sul mercato e gli editori ti chiedono di fare una certa cosa) è di aver sfruttato un filone di successo fino a quasi a renderlo arido….
Comunque massimo rispetto 😉
Tutledove scrive troppo e scade nel difetto di molti autori americani, ovvero di utilizzare 1000 pagine per storie che sarebbero perfette per 300-400. I motivi li conosciamo tutti.
Resta però un maestro sublime della narrativa di genere “colta”, con cultura da vendere!
Le saghe di Invasione e Colonizzazione le ho tutte ma mi chiedo se di quest’ultima sia rimasto qualcosa di inedito…
Mi pare che in Italia sia arrivato tutto quel che riguarda le due saghe sui Rettili, ma indagherò!
Grande Turtledove, uno dei miei autori preferiti.
A distanza di tanti anni dalla lettura del Ciclo della Legione ricordo ancora tutti i personaggi, che al pari dell’ambientazione (imperdibile per un amante della storia, ed in particolare quella medievale, come me) sono uno dei suoi punti di forza.
Il vecchio Gaius Philippus (uno dei migliori!), ovviamente Scaurus e Viridovix, il patriarca Balsamon, i Gavras e gli Sphranztes, Avshar (!), gli Halogai, i principi Vaspurakani ricalcati sul popolo armeno…
Devo rileggerlo!
Anch’io vorrei aver tempo di rileggere quel ciclo. Ha uno scenario tratteggiato così bene, storicamente così credibile, che vale davvero tutte le belle parole spese per esso!
Mamma mia come mi vergogno… 😦
Ho conosciuto Turtledove solo dopo una la segnalazione di Davide a tema ucronia, l’anno scorso, dopo l’uscita del bando di Ucronie Impure.
Devo dire che quel che ho letto (invasione anno zero e il racconto “ultimo imperativo”) mi sono piaciuti parecchio.
Però ammetto che il ciclo di Videssos mi manca e mi piacerebbe leggerlo. Ad avere il tempo!!!
Senza contare tutte le tue segnalazioni di libri mai tradotti qui in Italia…
Certe volte mi piacerebbe che assieme al libro mi si vendesse anche il tempo per leggerlo…
Cily
Non dirlo a me.
Ultimamente leggo molto meno di quanto vorrei. Se non approfittassi dei quotidiani viaggi in treno per recarmi al lavoro, sarei senz’altro con degli arretrati mostruosi. Arretrati che già si sono accumulati sugli scaffali e sul Kindle.
Magari nelle feste riuscirò a recuperare qualcosa…
A chi lo dici.
Personalmente misuro la qualità della mia vita anche con la quantità di tempo speso per la lettura, e sto constatando che non è più quella di una volta.
E ancora un ebook reader non ce l’ho: appena mi deciderò a comprarne uno la coda di lettura diventerà infinita. Pazienza, ormai mi sono già arreso all’idea che morirò senza aver letto tutto quello che vorrei 🙂
A proposito del Kindle, sai se è ancora possibile acquistarne uno senza dover utilizzare amazon.it?
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Mi ha sempre incuriosito ma, vuoi perché la quarta di copertina non mi ispirava (leggendovi ora capisco che lo hanno del tutto frainteso), e mettici anche il fatto che mi dimentico ogni volta il nome… ecco, alla fine non ho ancora letto nulla di suo. Vedo un po’ cosa risco a trovare in giro, ottimo consiglio.
Conoscevo l’autore solo di nome devo ammettere, ma leggendo questi titoli…bhe ero convinto di non dover prendere libri per un po…mi sbagliavo 😀
Grande inventore di mondi!
Parlo di Invasione nel mio ultimo post.
http://carlomenzinger.wordpress.com/2012/01/21/lucronia-fantascientifica-di-turtledove/
AH!
Anni fa rimasi folgorato da un racconto di Silverberg ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, in una capanna baba yaga, in cui l’autore aveva trasformato la minaccia atomica (e le apparecchiature belliche) nell’incubo lovecraftiano di Azathoth e in spettri con maledizioni sigillate tra gli artigli.
Folgorato.
Ora scopro che c’è qualcosa di simile ne la “saga della Guerra dei Regni” di Turtledove – mi impegno subito a recuperarlo.
@Sekhemty: snobba il Kindle! Io ho avuto un Sony e ora un Kobo: vanno benissimo e non sono vincolati da marchi esclusivi, puoi organizzarli facilmente con Calibre e puoi leggerci anche i libri degli scrittori indipendenti, e non sei costretto ad acquistarli su Amazon.