L’Ira dei Giusti – In tutti i sensi

Doppio post, eccezionalmente per oggi, su richiesta di alcuni miei lettori. Mi viene segnalato l’ennesimo abuso perpetrato ai danni dei lettori da una casa editrice italiana, in questo caso la Nord.
Tutto inizia nel 2010, con la pubblicazione del romanzo Apocalisse Z, dello spagnolo Manel Loureiro. Un survival horror basato sul consueto scenario di un’invasione di zombie, ambientato in Spagna. Nel 2011, sempre per Editrice Nord, esce anche il seguito, I Giorni Oscuri. Potete trovare una breve descrizione del dittico a questo link. Le vendite sembrano buone, tanto che del primo libro esce anche l’edizione tascabile (anno 2012). E ora? Ora tutti i fan della saga aspettano il terzo capitolo di Loureiro. Ma la Nord ha deciso altrimenti. L’editore ha comunicato che il romanzo finale non verrà pubblicato in Italia.

Con un comunicato stampa la casa editrice ha chiuso la questione, sostenendo che si aspettavano di meglio dalla commercializzazione di questa trilogia, e che quindi non si arrischieranno (economicamente parlando) a pubblicare l’ultimo capitolo.
Ovviamente non si può fare a meno di sottolineare la mancanza di rispetto per i lettori, che in tal modo dovrebbero arrangiarsi con mezzi propri per concludere la saga (leggendo in lingua originale, per chi può farlo).
Un altro segnale della decadenza dell’editoria italiana. Ecco cos’è questo piccolo episodio che rischia di passare inosservato: un ulteriore segnale negativo. Fa specie che ne sia artefice una società seria come la Nord, che apprezzo da anni. Ma non ci si può più stupire di nulla.
Voglio specificare che io non sono un fan di Loureiro. Ho trovato carino il primo romanzo, ma piuttosto noioso il secondo. Lo dico per amor di verità, avendo accennato ad Apocalisse Z nel mio dossier sulla narrativa zombesca. Tuttavia il fatto di non poter concludere la lettura della saga per una motivazione tanto sciocca mi lascia l’amaro in bocca.
Ci sarebbero molti metodi per risolvere il problema da parte dell’editore. Per esempio proponendo L’Ira dei Giusti in solo formato digitale, abbattendo così i costi di produzione e di distribuzione del cartaceo.

Per sollecitare una presa di coscienza più etica da parte di Editrice Nord nasce questo gruppo Facebook. Se vi interessa la saga di Loureiro e/o se odiate i piccoli soprusi ai danni dei lettori, dateci un’occhiata.
Giusto per dimostrare che non siamo consumatori di serie B.

42 commenti

  1. Capisco benissimo il nervoso che procurano queste situazioni, ancora alla fine degli anni 80′ acquistai, in edizione Rizzoli, il primo romanzo di una trilogia arturiana, che poi non venne più tradotta.
    Sono perfettamente d’accordo con la tua proposta del formato digitale, almeno per permettere agli estimatori di concludere la lettura.

  2. Erano i primi anni ’90 quando Mondadori pubblicò nella collana Interno Giallo i primi due volumi della trilogia delle Californie Alternative, di Kim Stanley Robinson.
    Non abbiamo mai visto il terzo.
    Così, un caso al volo.
    (d’altra parte Mondadori ancora ci deve il secondo e il terzo volume della trilogia di Marte, sempre di Robinson…)

    L’idea di chiudere perché “ci aspettavamo di meglio” è ridicola – nessuno può escludere che, con l’uscita del terzo volume, non si abbia un picco di vendite anche dei primi due.
    Una cosa che gli editori non considerano è che molti non acquistano i primi due volumi finché il terzo non è uscito. Io stesso di solito le trilogie aspetto di averle complete, per poi cominciare a leggerle.

    Poi, ho visto capitare certe cose anche in america – recentemente Catherine M. Valente ha autopubblicato in digitale l’ultimo volume di una sua serie, dopo la chiusura del contratto con l’editore cartaceo originale.
    Di solito son cose che capitano per ristrutturazioni dell’azienda – ma i diritti tornano rapidamente all’autore, che o ristampa in proprio, o non fatica a trovare una nuova casa per i propri lavori.

    Certo, qui da noi, marca male alla voce rispetto per il pubblico.

    1. Barbara Hambly – I cacciatori delle tenebre, unico volume proposto in Italia di una saga a quanto pare molto bella.
      Brian Lumley – Necroscope, unico volume proposto in Italia di una saga entusiasmante, che ho recuperato in buona parte in lingua originale.

      Ora che il digitale (satanico!) si sta diffondendo anche qui da noi, si potrebbero recuperare e concludere saghe sospese da decenni, ma concluse nei loro paesi d’origine.
      Rimane valido il consiglio: imparate a leggere in inglese e fate fallire questa gente.

  3. Ma il digitale non è un libro di carta. Vero, intendo. 😀

    (tornando seri: mi sembra attinente a ciò di cui discutevamo l’altro giorno. L’editoria concepita solo e esclusivamente come tornaconto economico. Tornaconto che non è un errore, perché senza soldi non c’è editore, ma che non deve diventare l’unico motore nella scelta dei titoli da pubblicare.)

    1. Il digitale è satanico!

      E vabbé… Comunque fa piacere costatare che c’è ancora chi si batte per queste cose, oltre che per Calciopoli e per i due scudetti della Juve (o dell’Inter o di chi cacchio volete).
      Ogni cambiamento che avverrà dovrà partire dal basso.
      Da noi, dalle latrine 😀

  4. Pensavo fosse un post sull’originalità delle copertine! Scherzi a parte, succede sempre più spesso che le saghe vengano lasciate a metà. Fa riflettere che succeda con serie come questa che, almeno per sentito dire, mi sembra che abbiano un discreto successo.

  5. Anche Einaudi ci ha messo del suo, pubblicando il primo volume della Trilogia del Leviathan di Westerfeld (Leviathan, appunto) e accannando spudoratamente il secondo e il terzo.
    Mancanza di rispetto per i lettori: la malattia degli editori.
    Almeno la saga di Wunderkind l’hanno finita di pubblicare, in digitale… Uno sfregio comunque, ma almeno i lettori avevano la possibilità di leggere come andava a finire.

    P.S: anche io pensavo che il post c’entrasse qualcosa con le copertine tutte uguali XD

    1. Hai ragione, anche la saga steampunk di Westerfeld è stata abbandonata dopo un solo volume. Prima o poi recupererò gli ebook in inglese, però che palle! Sta diventando una brutta, orrenda consuetudine.

      1. No, non farlo! 😀
        Non è che ne valga proprio la pena… Li ho recensiti tutti e tre sul mio blog, se ti va di leggere un parere. Un po’ tanto young adult, e manda abbastanza a puttane le buone premesse del primo libro.

  6. Si torna alla fine sul discorso che varrebbe davvero la pena, leggere solo in lingua originale. E non per fare gli snob, ma per evitare questi tristi episodi. Mi è capitato già due volte di non poter finire una trilogia in italiano, per questo tipo di scelte. Non abbiate paura però, i romanzi di Cooper continueranno a uscire tranquillamente, con cadenza semestrale 🙂

    1. Si, ma dopo questa pessima scelta editoriale, io non comprerò più libri di Cooper perchè editi dalla Nord. L’ultimo, ad esempio, non l’ho comprato e non ho intenzione di farlo…

  7. La Nord ormai non è più la stessa da quando se n’è andato Gianfranco Viviani, quelli che sono venuti dopo sono solo editori improvvisati.
    Aggiungo, che se avessero voluto avrebbero potuto editare il terzo capitolo direttamente in tascabile.
    Nel frattempo, mi sa che è meglio che cominci ad imparare lo spagnolo.

    1. La Nord una volta era perfetta. Ed erano gli anni ’80, quando fare certe scelte e trovare certi lettori era pur sempre un casino. Ora che ci sono tutti i mezzi per far bene, chissà come mai riescono a rifilarci queste cappellate!

  8. Ultimamente mi chiedono perché ho iniziato a leggere in inglese… beh, ecco la risposta!
    Inconcepibile e vergognoso!

    1. Il problema è che non esiste una versione inglese del libro in questione, altrimenti almeno io mi sarei arrangiato… :°D

  9. Ho letto i primi due in digitale, e se non li pubblica la Nord qualcuno è già pronto a tradurlo dallo spagnolo e a diffonderlo. Non è più la vecchia Nord sono andato al salone del libro di Torino e sono rimasto colpito…non avevano portato NULLA di vecchio, ormai non è più paragonabile a quella che io ho amato, scoprendo capolavori della fantascienza. Poi se vogliamo parlare della Fannucci…:-(

  10. E’ capitato anche a me, purtroppo, di non poter concludere una serie solo perché l’editore aveva deciso di non pubblicarne i seguiti. Fortuna che ora so l’inglese abbastanza bene da poter leggere i libri in lingua: sto recuperando tutte le serie lasciate a metà causa editoria non attenta ai desideri dei lettori.

    La possibilità di pubblicare in digitale potrebbe essere sfruttata benissimo in queste occasioni e portare introiti magari non eccellenti, ma sicuramente interessanti; peccato che, salvo eccezioni (come la serie “Wunderkind” che qualcuno ha citato più su), non ci siano editori che si mobilitano in questo senso.

  11. La Mondadori colpì quando ero piccolo e leggevo gli Animorphs. Serie per ragazzi, nulla di esaltante ma molto divertente. Ecco, pubblicati 52 volumi su 54, e il finale lasciato alla fantasia dei fan!

  12. Non mi stupisco. Forse la colpa è anche nostra che crediamo che le case editrici siano delle Onlus animate da pura passione. Il “problema” , che poi dal loro punto di vista non è un problema è il mercato. Se un prodotto vende e rende allora si va avanti, altrimenti amen. Almeno hanno avuto la decenza di comunicarlo. Alcuni editori non fanno nemmeno quello. Inoltre, ‘sta piaga delle trilogie inizia a scassare! 😉
    P.S. Lungi da me il giustificare un simile comportamento. Ma le parole rispetto e mercato ritengo siano antitetiche….

  13. Beh, stavo per scrivere più o meno le cose che ha appena scritto Masca qui sopra.
    E, ad ogni modo, alla Nord sono e restano gente scorretta. Punto.

  14. Bene, utilizzerò il primo libro per pareggiare tavoli zoppi ; il secondo l’ho preso in formato ebook, ora tocca imparare lo spagnolo per il finale.
    Perchè da noi l’ebook non decolla? Da quando ho il kindle ho triplicato i libri comprati, ultimo acquisto tutta la collana di Sherlock Holmes a 5 euro. Ho addirittura eliminato il problema di dove mettere i libri, ma si sa è roba da Nerd…

  15. Se è per questo, la Nord è recidiva… aveva già annunciato lo stesso per il terzo capitolo (di prossima pubblicazione) della saga (consigliatissima) di Locke Lamora… la cosa non mi urta però troppo, visto che leggo senza problemi in inglese, meglio così (cioè pubblicati bene ma interrotti) che pubblicarli tutti, ma ‘alla cazzo di cane’ (citando Boris), come nelle cronache di Martin pubblicate da Mondadori.
    Diversoèil caso spagnolo, ma suppongo si possa leggere la traduzione inglese, alla peggio.
    Faccio l’avvocato del diavolo, cmq… ma siamo sicuri che la soluzione proposta sia attuabile? in digitale vengono abbattute una serie di spese, ma altre, come quelle di traduzione (che, nella mia esperienza con la nord son fatte bene, e non affidate a cialtroni, o comunque a gente esperta ma sottopagata) o i diritti di acquisizione dalla casa editrice originale rimangono costanti… siamo sicuri che il mercato digitale in italia, nel regno degli annusatori di carta, sia tanto florido da permettere almeno che si ripaghino le spese?

    1. Mah, noi siamo come al solito indietro, ma vedo che pian piano gli ereader si stanno diffondendo. Il punto è far capire alla gente che gli ebook andrebbero anche comprati e non solo scaricati da emule…

  16. @imp84: le spese di traduzione sono l’ultimo problema delle case editrici, e non c’entra il valore della traduzione.
    Una ragazza che conosco, molto brava, per l’ultimo romanzo tradotto – pubblicato in Italia da una delle così dette “Big” – avrebbe dovuto ricevere così poco, che chiese all’editore, invece del compenso, qualche copia del libro da regalare agli amici. Ne ha ricevuti due, che come equivalente economico avevano un valore comunque più basso della cifra, già di per sé bassa, pattuita.

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