Cinque motivi per cui odio i Radical Chic

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Visto che dei radical chic parlo spesso – sempre in termini estremamente negativi e cattivi – è senz’altro arrivato il momento giusto per pubblicarvi questa gustosa Top 5, che ho scritto con passione e divertimento.
Partiamo però dalle basi. Chi sono i radichal chic?

Radical chic è un’espressione idiomatica, mutuata dall’inglese, per definire gli appartenenti alla ricca borghesia o gli snob provenienti dalla classe media, che, al fine di seguire la moda del momento, per esibizionismo o per inconfessati interessi personali, ostentano idee anticonformistiche e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o al radicalismo, generalmente avulse o diametralmente opposte ai valori culturali e sociali del ceto di appartenenza. (Fonte: Wikipedia)

Lasciamo perdere le declinanzioni politiche vere o fittizie e concentriamoci su tutto il resto. Tanto ce n’è comunque abbastanza per odiarli da qui a diverse vite a venire.

Cinque motivi per cui odio i radical chic

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  • Insopportabile senso di superiorità

Sì, il radical chic si sente superiore al resto dell’umanità. La cosa peggiore è che questa presunta superiorità viene ostentata in modo odioso, sia dal vivo che tramite i social network. Il RC ricorre a battutine sarcastiche per prendersela con le normali attività svolte dalla plebe, anche le meno criticabili, come per esempio andare a votare (“tanto non serve a nulla, siete tutti schiavi“) o farsi un caffè da Starbucks. Sì, sono due esempi vissuti in prima persona. Ovviamente spesso e volentieri si tratta di una superiorità soltanto ipotetica. La loro non cultura non è più nobile, soltanto diversa. Il loro modo di vivere non è più libero, soltanto più recitato.

  • Anticonformisti col cachemire.

Il RC ve la menerà che a lui dei soldi non importa nulla, né tantomeno del lavoro. Il RC veste trasandato, ma in realtà si tratta di un trasandato ricercato. Una moda dentro la moda, quasi più ributtante delle altre tendenze. Il RC non guarda la televisione, ma in realtà questa è una cosa che nessuno può provare, se non gli amici della sua cerchia. Però fa figo dirlo, perché non guardare la TV è anticonformista e culturamente superiore (vedi punto 1).
Il RC non mangia al fast food, non guarda il calcio o altri sport, dice di non possedere il cellulare e a turno cancella il suo profilo da Twitter o da Facebook, salvo tornarci dopo un paio di settimane con una scusa intellettualmente accettabile.

  • I film curdi sottotitolati in slovacco

Il RC, proprio per il combinato senso di anticonformismo e superiorità, disdegna ciò che viene apprezzato da una buona fetta di pubblico. I film campioni di incasso sono “cazzate per i decerebrati”, i romanzi d’intrattenimento sono “bambinate”. Molto meglio, a loro dire, scoprire microproduzioni di registi curdi o lapponi, possibilmente complessati e portatori di messaggi talmente ermetici che nemmeno loro sanno quali cazzo sono.
Il RC deride chi si diverte guardando The Avengers, Pacific Rim, Fast & Furious, Indiana Jones etc etc. Il RC ci tiene a condividere il suo disprezzo, perciò pubblicherà degli stucchevoli status su Facebook, del tipo “Uhhh… adesso aspettano tutti il film coi mostri giganti! Che poveretti“.
Idem per la musica e per i libri, ovviamente. I serial TV? Ma manco per il cazzo che si abbassano a vederli. Oppio della plebe, robaccia per i teledipendenti etc etc.

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  • Attivisti da salotto

Spesso (ma non sempre) il RC sostiene tutte le cause ideologiche radicali – mi pare anche scontato dirlo – possibili e immaginabili, ma ovviamente lo fa senza muoversi dalla poltrona di casa. Un RC può essere al contempo pacifista, animalista, femminista, abortista etc etc.
Ovviamente non c’è nulla di male in assoluto nel sostenere queste battaglie, tranne per il fatto che il RC lo fa (a parole) solo per completare il suo senso di superiorità intellettuale e morale. Tuttavia è facile scoprire questi copycat dell’attivismo. Sono quelli che ti sparano i pipponi sul femminismo, e poi fanno le battute su “Mara Carfagna troia”, o cose del genere. Sono quelli che la menano sul salutismo e poi raccontano di essersi ammazzati di alcool la sera prima.
Superiorità morale? Ma certo…

  • Tutta questione di pose

Che poi, gratta gratta, sotto l’apparenza snob del RC c’è spesso pochissima sostanza. Se li si studia bene, come a me è capitato di fare su FB, li si scopre molto, molto simili alle persone che dicono di disprezzare. Il che vuol dire che la principale occupazione del RC è quella di spararsi le pose, cosa che nella vita online è ancora più facile da fare rispetto alla vita reale.
In fondo cercano attenzioni, a volte perfino l’odio, purché non passino inosservati. E in effetti non c’è miglior modo per farsi notare se non quello di giocare agli alternativi, di ironizzare su tutto, possibilmente con disprezzo. Alla prova dei fatti però non hanno nulla di decente da condividere, nessun senso di collettività, né qualcosa di utile da raccontare al prossimo.

Insomma, i radical chic mi stanno sul cazzo.
Si era già capito?

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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35 commenti

      1. Le facolta di lettere e filosofia ne sono l’esempio perfetto, si.
        Raccontatoci da un’altra nostra prof:
        Esame i Letteratura uno, non fecero nulla del programma, ma studiarono un solo autore, di cui lei ora non ricorda nemmeno il nome, perchè piaceva al loro prof dell’epoca (e ci aveva scritto libri sopra…che non vendevano una copia se non ai poveri studenti).
        Risultato?
        All’esame di Letterature 2 si dovette studiare 2 programmi per fare l’esame.

    1. Se è “radical chic” chi segue la moda del momento, significa che criticare i “radical chic”, che è evidentemente la moda del momento, renda il critico dei “radical chic” un altro “radical chic”? (se hai capito rispondi)?

  1. Mi piace quando recensisci libri o film, mi piace quando fai delle belle digressioni storiche, mi piace quando scrivi ma…. questi post li adoro, sono ficcanti e pungenti li dove devono esserlo!

  2. Quando viene fuori questo argomento a me viene in mente che c’è tanto, tantissimo bisogno di personale che vada a sminare in luoghi ameni come la Bosnia. Baionetta nella destra, pinza nella sinistra e buona fortuna.

  3. Magistrale, post non solo ben scritto ma – secondo me – necessario. Che lo sappiano: sono stati pesati, sono stati misurati, e sono stati trovati mancanti. (cit.)

  4. Applausi a scena aperta. Condivido tutto! Ci fu un tempo che frequentavo ambienti che i RC chiamerebbero underground (perché sparare parole inglesi a cazzo fa molto superiore). Tutti ovviamente schierarti ad un certo modo ecc. ecc. poi una volta proposi di mangiare ad una pizzeria di quelle alla buona con le tovaglie di carta. La risposta: “No ti prego io ho bisogno di un certo tipi di locale, mi fanno schifo questi locali.” Andavano in giro come pezzenti, ma poi abitavano nei quartieri più esclusivi di Roma con macchine di cilindrate adeguate a quei quartieri. Persone squallidissime.

  5. Direi che hai sintetizzato alla perfezione, specialmente nell’ultimo punto. Senza rendersene conto sono stereotipati all’inverosimile… Alla fine il loro è solo un modo per distinguersi ed attirare su di se l’attenzione dei loro simili, rifugiandosi nelle “certezze” che gli vengono garantite da comportamenti precostituiti e prevedibili, o al peggio, da ideologie. Oggi la gran parte di loro si chiamano “hipster”… 😉
    Purtroppo mancano di umiltà e tendono ad ostentare le loro piccole conquiste culturali; cosa che non denota grande intelligenza. Si tratta purtroppo di mode.
    Personalmente, parte della musica che ascolto, potrebbe essere apprezzata da loro, ma mai mi permetterei di snobbare il resto della musica o le scelte/gusti delle altre persone. Si dimostrano molto chiusi, all’opposto di quello che professano. A volte si fanno portatori di iniziative anche giuste, ma i metodi sono contestabili, a mio avviso.

    Uno che ha rischiato di diventare un radical-chic ma si è redento. 😉

  6. Ma… “radical chic” è una espressione coniata da Tom Wolfe. Per evitare un uso a casaccio frlla stessa consiglio leggere la ristampa (dopo decadi di sparizione dal mercato) del suo libro omonimo (ordinatelo via Amazon, perché non lo troverete certo in librerire come Feltrinelli, che evita accuratamente tutto quello che non è di sinistra!). L’espressione però non va estesa a tutti quelli che si pretendono anticonformisti secondo stereotipi varii, perché la nozione è piuttosto precisa. Tra l’altro, ovviamente non tutti i radicali sono “chic”, nè tutti i “chic” sono radicali, anzi!.

  7. Santo/a subito chi ha scritto st’articolo! Cmq, a mio avviso e’ stata omessa una caratteristica peculiare e intrinseca della natura del rc: questi esseri inutili come un culo senza il buco, quando si trovano a dover interagire con te che non fai parte della loro trisrissima nicchia di “eletti”, lo fanno come se ti stessero a fare un piacere, e questo traspare dalla intollerabile aria di sufficienza con cui ti trattano…

  8. Scrivi molto bene…non c’è dubbio. Sul contenuto ho qualche remora: mi sembra tu sia un po’ scaduto in una “categorizzazione”. Forse mentre ti sfogavi avevi in mente qualcuno in particolare…che non riscuote le tue simpatie, è evidente.
    Si può non guardare la TV, vestirsi normalmente, essere idealisti, non identificarsi con la cultura di massa e non sentirsi RC.
    Complimenti per il blog. È molto carino.

    1. Credo che sia un problema degli articoli formulati a “decalogo” (o comune a elenchi puntati).
      La categorizzazione è quasi obbligatoria. Va da sé che è una generalizzazione voluta, non una verità dogmatica… anzi! 😉

  9. Possibile che a nessuno sia venuto in mente di citare casi di radical chic che godono di una certa popolarità? Faccio qualche nome io: Moni Ovadia, Erri De Luca, Dacia Maraini, Fausto Bertinotti, la F. Mannoia ci può stare?

  10. Anch’io ne conosco uno. Mi sono reso conto che é un radical chic proprio dopo aver letto sul web articoli come questo.
    Il tizio in questione all’inizio sembrava mi valorizzasse, ma poi, piano piano ha cominciato a deridermi (e non solo a me) dandomi nel tempo sempre meno importanza (non so peró se questo sia dovuto al fatto che io con lui non abbia mai stretto i contatti). Usa fare spesso battutine beffarde e sprezzanti e ha l’abitudine di catalogare le persone senza neanche conoscerle. Peccato perché i primi tempi sembrava un tipo a posto, ora invece sto cominciando a vederlo con occhi diversi.
    Un piccolo particolare: gli piace molto sparlare delle altre persone.

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