La mia Milano del perturbante

San Bernardino alle Ossa

Qualche giorno fa l’amico e collega Germano ha pubblicato questo articolo, sull’opportunità di ambientare un racconto/romanzo nella propria città natale. Lui lo sta facendo, io l’ho già fatto molte volte e lo sto per fare ancora.
La mia città – lo sapete – è Milano.
Di Milano ho scritto, per esempio qui, ma anche nel zombesco Evento Z, e soprattutto nella trilogia del Basilisco.
Col tempo le mie produzioni – oltre a fare numerose puntate all’estero – si sono spostate in Brianza, la mia terra adottiva (ovvero dove vive la mia compagna). Eppure continuo a ritenere Milano un’ottima ambientazione per storie che spaziano dal thriller all’horror. Ma, come hanno dimostrato scrittori quali Luca Tarenzi (qui), funziona anche per urban fantasy e affini.
Eppure non è necessario amare la propria città, per usarla come ambientazione di racconti e romanzi.
Io non amo Milano. Ci sono affezionato e la ritengo per molti versi un’ottima città, ma non l’ho mai considerato il mio luogo ideale. Sarà colpa dei milanesi, più che altro.

Come dicevo, il mio prossimo romanzo sarà di ambientazione meneghina.
Parlerà di streghe e di stregoneria, di anni ’80 (ma i fatti narrati hanno luogo nel 2017), di ragazzi che non vogliono crescere, e di strane amicizie. Ma sono cose che ho già accennato in un altro post. Se volete più notizie e materiale sul making of, vi consiglio come sempre di seguire il mio canale Telegram.

Una cosa che pochi sanno di Milano è la sua vocazione al mistero. Certo, non può minimamente sfidare città come Praga, Torino, Londra, San Francisco, Lione, Cracovia, ma forse nemmeno Venezia, Parigi e altre. Eppure Milano ha un complesso di leggende interessanti: dalle streghe giustiziate in piazza Vetra, alla chiesa di San Bernardino alle Ossa, coi suoi scheletri danzanti (almeno così vuole il mito). Senza dimenticare la casa del Diavolo in Porta Romana, il fantasma di Parco Sempione, un paio di serial killer, il vampiro di Stazione Centrale (argomento già affrontato in un altro post) e i sotterranei cittadini.
Se volete farvi una cultura vi consiglio Storia segreta di Milano, di Paolo Sciortino, che è anche una lettura divertente (scorrevole), oltre che ricca di chicche e di spunti.

Io però la Milano esoterica non l’ho praticamente mai sfiorata dal vivo.
Eppure, anche senza fare questa esperienza, trovo che la mia città sia in grado di sollecitare certe inquietudini, soprattutto d’estate, quando si spopola e lascia i suoi palazzi e le sue vie in balia di milanesi (indigeni e adottivi) più stralunati che mai. Perché l’estate meneghina è tremenda, alienante.

Milano non è casa mia – ci sono nato, ci lavoro, ma non ci ho mai vissuto – ma la conosco bene, tanto da sapere che occorre prenderne un poco alla volta.
Ora ci vado molto meno rispetto al passato (lavoro anche altrove, più vicino a dove abito) e non mi manca particolarmente. Però mi piace rivederla, una o due volte a settimana e percorrerla a piedi, compatibilmente col tempo a mia disposizione.
Non c’è maggiore fonte d’ispirazione che una passeggiata, questo è sicuro.
Vediamo se anche questa volta funzionerà, come dicono sia già capitato in passato.


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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4 commenti

  1. Bella idea e bel post – quasi quasi vi copio e faccio anch’io un post sulle mie città.
    Perché io sono complicato, di città ne ho almeno cinque 😀
    Hmmm… ne faccio due, di post!

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