“Siete una persona come tante, né giovane, né vecchia, né povera, né ricca, con alcune doti di natura e con una tranquilla professione esercitata nella città in cui siete nato. Una sera, sarà forse colpa del caldo, non riuscite a prendere sonno[…] D’improvviso, come per gioco, balena davanti alla vostra mente una sfida assurda: diventare Presidente del Consiglio e salvare finalmente le sorti del Paese!”
Correva l’anno 1987, eravamo in piena Prima Repubblica e nessuno poteva profetizzare ciò che sarebbe accaduto da lì a cinque anni, ovvero il crollo totale del sistema, in un terremoto tale da radere al suolo l’intero establishment italiano.
I politici di allora, potenti, intoccabili, bizantini e collusi su più livelli (ma anche preparati e – a loro modo – meravigliosamente formati nella delicata arte del comandare), appaiono oggi come figure mitologiche: spaventose ma affascinanti, leggendarie eppure realmente esistite.
Sulla copertina del più bizzarro librogame di sempre, Il Presidente del Consiglio… sei tu!, fa bella mostra di sé il faccione vagamente mussoliniano di Bettino Craxi.
Il libro gioco in questione è diverso da tutti gli altri. Non si tratta di esplorare labirinti, né di dare la caccia a draghi, a signori delle tenebre, né di cercare tesori perduti. No: qui siamo chiamati a interpretare un cittadino comune, un libero professionista, nell’atto della sua ascesa politica.
Conviene iniziare dal partito di maggioranza o da quello di opposizione?
Meglio essere fedeli alla linea, opportunisti o addirittura franchi tiratori?
Quali categorie della società civile possono facilitare la nostra carriera politica?
Meglio stare dalla parte degli industriali o da quella dei proletari?
C’è qualche tornaconto a dichiararsi ecologisti?
Come avrete intuito, questo librogame è un piccolo gioiello di cinismo, un gamebook adulto e godilissimo, che ha 31 anni sul groppone, ma che risulta ancora attuale, anche se siamo oramai entrati – dicono – nella Terza Repubblica. Del resto, a essere cinici, mi verrebbe da dire che gli interrogativi elencati qui sopra sono risolti ancora oggi da freddi calcoli opportunistici. Ma sappiamo che oggi non è più così, perché finalmente l’onestà è entrata in politica e ha spazzato via i vecchi tromboni del clientelismo e dei caminetti (cit – più o meno).
Ho perso la mia copia di questo librogame tempo fa, ed è una cosa di cui mi rammarico davvero molto (non soltanto per il valore economico che nel frattempo ha maturato questo introvabile libretto). Se dovesse capitarvi sottomano non esitate a comprarlo.
Visto i tempi che corrono, qualcuno potrebbe anche decidere di scriverne una nuova edizione, aggiornata alla politica 2.0 delle fake news, del movimentismo, dei meet-up e del populismo a due/tre marce.
Anzi, se avessi tempo proverei io stesso a scrivere qualcosa del genere.
Magari un mini-gioco di ruolo, visto che oramai sono lanciatissimo in questo settore. Facciamo che me lo segno come impegno per la primavera, quando avrò finito di lavorare a Il Sonno della Ragione.
Visto che per molti la politica è un gioco – pericoloso perché giocato sulla pelle altrui – potrebbe essere utile imparare il mestiere partendo da qualcosa di estremamente più innocuo.
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BELLISSIMO! *_*
Non ne conoscevo affatto l’esistenza… Mi sembra un librogame geniale. Piccola nota cinica a margine: se non lo avessi già utilizzato per il tuo altro progetto, “Il Sonno della Ragione” sarebbe perfetto come titolo per un librogioco sulla politica aggiornato alla “Terza Repubblica”… 😅
Eheheh… purtroppo hai davvero ragione!
Questo me lo ricordo!
E a parte gli ovvi intenti satirici, era comunque una buona introduzione ai meccanismi della politica.
Bisognerebbe farne arrivare un paio di bancali ai nostri nuovi leader.
Sulle rotule, ovviamente.
Domanda venale: è davvero raro come dite? E quanto potrebbe valere?