
La vita è strana e le persone sono crudeli.
Queste sono due delle poche certezze della nostra fragile esistenza.
Soltanto un mese e mezzo fa pubblicavo Sette Vite, novelette dedicata a Popi, il gatto della mia compagna, avvelenato durante una delle sue consuete escursioni nell’isolato. A differenza di quel che avviene nella mia storia, l’avvelenatore del bel micione non è mai stato scoperto.
Ora, nel giro di pochi giorni, sono accaduti un paio di orribili agguati ai danni dei gatti del mio amico Andrea Sfiligoi.
Un gatto, Babo, è stato dato alle fiamme (presumibilmente da un gruppo di teppisti), e ne è uscito conciato piuttosto male. In seguito alla denuncia di Andrea, i colpevoli hanno deciso di aumentare ulteriormente il loro livello di bestialità, picchiando Sumi, una dolce gattina nera che si è così trovata con una mandibola fratturata.
È davvero inquietante constatare quanto l’essere umano possa cadere in basso.
Eppure oggi abbiamo la possibilità di dimostrare che possiamo essere migliori – molto migliori – di così.
C’è una raccolta fondi per sostenere le cure mediche di Babo e Sumi.
I soldi extra – ossia quelli eccedenti la cifra stabilita per questo crowfunding – verranno donati al gattile locale.
La pagina della raccolta fondi per i gatti di Andrea la trovate qui.
Anche donare un solo euro può fare la differenza.
Tuttavia potete essere d’aiuto anche senza fare donazioni. Come? Facendo del passaparola. Condividente la pagina del crowfunding, condividete questo articolo e altri che parlano dell’accaduto (cominciamo a essere in tanti, per fortuna), dimostrate al mondo – e un po’ anche a voi stessi – che il genere umano è meritevole anche di stima e di affetto da parte dei nostri amici animali.
Ah, volete sapere da dove nasce il titolo di questo post?
Nasce da un tempo lontanissimo dove però, paradossalmente, alcune cose erano più civili.
Avete mai sentito parlare di Bastet (o Bast), la Dea egizia dei gatti? Ebbene, questi animali erano davvero apprezzati nella terra dei faraoni, e con essi anche la divinità che li patrocinava. Tanto che…
Il culto di Bastet, e di conseguenza il culto dei gatti, raggiunsero una diffusione tale che il gatto in Egitto era protetto dalla legge. Era vietato fare loro del male o trasferirli al di fuori dei confini del regno dei faraoni. Chi violava tali disposizioni, era passibile di pena di morte. (fonte: Wikipedia Italia)
Bastet, una di noi.
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È stato terribile, Alessandro. Ho saputo ieri dai miei canali FB su Terni. Sono vicino ad Andrea in questo momento.
Sì, una cosa terribile!
Amata Bastet, signora della felicità e della generosità, gemella del Dio Sole, uccidi il male che affligge le nostre menti mentre uccidi il serpente Apep. Con la tua aggraziata furtività anticipa le mosse di tutti coloro che commettono crudeltà e tieni le loro mani lontane dai figli della luce. Concedici la gioia del canto e della danza, e veglia su di noi nei luoghi solitari in cui dobbiamo camminare
– Antica preghiera egiziana alla dea Bastet
(perché qui si fa anche cultura 😉 )
E che cultura! 🙂