In questa nuova stagione post vacanziera leggo le lamentele di molti amici riguardo il panorama desolante che offrono i social network, Facebook in particolare. Qui, per esempio, tanto per citare uno dei miei storici vicini di cella.
Leggo anche le intenzioni di alcuni di essi, che vorrebbero abbandonare il coso blu, per dedicarsi a tutt’altro. Li capisco, anche se l’abbandono totale non è nelle mie corde e non credo lo adotterò mai.
Come ho sempre detto, Facebook è uno strumento e, per quanto venga utilizzato in maniera sempre peggiore, offre diverse opportunità interessanti (soprattutto lavorative/promozionali, per quel che mi riguarda).
Tuttavia ammetto di essere a mia volta piuttosto provato dall’atmosfera che si respira sul coso blu, tanto che quest’estate sono stato più tempo fuori che non dentro.
I motivi di quest’atmosfera pesante? Parecchi.
Nel già citato articolo di Davide Mana si parla – per esempio – della pericolosa involuzione della comunicazione. E non è un problema da poco.
Condivido quanto scrive Davide e, sì, anch’io sto usando i filtri di Facebook in maniera intensa, per evitare di leggere gli status e i post di persone che hanno da tempo superato il limite della decenza, e con cui è impossibile discutere.
Alla fine è una soluzione come un’altra per non mangiarsi il fegato ogni volta che ci si collega a Internet, anche se è anche il modo “perfetto” per disinnescare l’utilità di un social media.
Già, ma cosa dà fastidio delle caciara aggressiva che satura Facebook (e non solo)?
Di certo le infinite discussioni pro (ma anche contro) il dinamico duo Salvini – Di Maio sono sfiancanti, ripetitive, ossessive, ossessionanti e inutili. Soprattutto inutili.
Io, probabilmente già lo sapete, sono contrario a più o meno il 95% delle politiche e dei metodi del nostro attuale governo, tuttavia mal sopporto anche le argomentazioni usate per cercare di catechizzare chi il governo l’ha voluto e votato.
Sono argomentazioni tecnicamente sensate ma strategicamente inutili, perché vanno a scontrarsi con persone convinte di ciò che hanno fatto in cabina elettorale – nel bene e nel male – e che non vogliono in alcun modo ascoltare spiegazioni razionali tese a smontare le grandissime palle tesi esposte da quattro cialtroni patentati dai loro leader di riferimento.
Da studioso della comunicazione posso soltanto dire che dall’altra parte (che non è necessariamente la mia, perché il mondo non funziona a tifoserie) non hanno capito nulla, e che questa strategia di opporre la logica pura e una presunta superiorità morale alle fake news li porterà vicini all’estinzione politica definitiva.
Il che, se ci pensate, è spaventoso.
No, non l’estinzione in sé, bensì questa inversione dell’ordine naturale delle cose. La razionalità, i fatti, la logica vengono inghiottiti in un immenso buco nero di ignoranza e di relativismo etico e scientifico.
La democrazia social sta demolendo i pilastri di un convivere civile e illuminato. Pian piano tutto ciò si riflette anche sulla vita “reale”, ovvero a modem spenti, anche se le due fasi sono oramai talmente intrecciate che è quasi impossibile distinguerle.
Il principio “l’ho letto su Facebook quindi è vero” sta causando danni gravissimi.
Il fatto che nel 2018 le mamme informate riescano a condizionare una (incosciente) parte politica, inducendola a mettere in dubbio l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, è il punto di non ritorno che mi ha indotto a limitare il mio utilizzo dei social. Ogni discussione atta a smentire queste tesi antiscientifiche e cospirazioniste risulta assolutamente inutile, quindi ho deciso che il mio tempo non può essere più perso con questa gente.
Né può essere perso con chi crede alle scie chimiche, alla teoria della terra piatta, al complotto della dittatura eurocrate, alla demolizione della democrazia rappresentativa, alla veridicità della superiorità razziale e sessuale, alla possibilità di risolvere i problemi economici nazionali “stampando più banconote”.
Quando “è arrivato il professorone!” è l’unica risposta che ricevi, mentre tenti di argomentare le tue idee con dati, con statistiche e fatti, capisci che è davvero ora di mollare il colpo, perché la vita è troppo corta e troppo piena di cose belle da fare, per sprecarla con dei perfetti idioti.
Una cosa soltanto: ma se tutti facessero così? Se tutti facessero come me, rinunciando allo scontro coi nuovi paladini dell’oscurantismo? Che scenario si prospetterebbe?
Non bello, temo.
Eppure, ripeto e concludo, non penso che questa battaglia si possa vincere usando le armi della razionalità e della divulgazione. In questo non concordo con alcuni amici e colleghi, che la pensano in modo diverso.
Già, ma allora come si può raddrizzare il timone? E, ancora una volta, non parlo necessariamente di politica. Anzi, la politica c’entra solo fino a un certo punto. O forse quasi per nulla, perché il problema è molto più radicale e profondo.
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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