Uno degli argomenti su cui di tanto in tanto torno è il camminare. Chi mi segue da più tempo lo sa.
Camminare è probabilmente l’attività fisica che mi piace di più. Oltre a essere salutare, a costo zero (quasi) e accessibile a tutti, è anche un’attività che mette in moto la mente come poche altre cose. O almeno per me funziona così.
L’ho anche inserita nelle fonte di ispirazione nel mio manualetto Scrivi troppo! e in molti articoli pubblicati qui su Plutonia.
Con la fine dell’estate padana, sempre più simile a un girone dantesco, tornano le condizioni ideali per dedicarsi al camminare. Per questo pensavo di dedicare qualche articolo all’argomento, senza avere pretese di insegnare alcunché, perché non ho nessuna qualifica per farlo.
Cominciamo oggi con qualche lettura a tema.
La scelta è vastissima, a riprova che la questione è molto apprezzata, anche da chi vuole approfondire l’aspetto teorico-sociale (sì, sprechiamo qualche parolone), oltre che da chi desidera semplicemente mettersi in marcia.
Consiglierei, tanto per iniziare, un libro che va bene per tutti e che fa venir voglia di uscire e di iniziare a passeggiare
Andare a piedi: Filosofia del camminare, di Frédéric Gros, prende la faccenda dal punto di vista storico e filosofico, citando un buon numero di personaggi storici, di scrittori, poeti e (appunto) filosofi che amavano camminare. Si va da Gandhi a Rousseau, da Thoreau a Nietzsche.
Il sogno del drago: Dodici settimane sul Cammino di Santiago da Torino a Finisterre, di Enrico Brizzi, è una lettura coinvolgente, un diario di cammino fatto dall’autore in persona, “pellegrino” convinto ed esperto. Brizzi l’ho apprezzato grazie ai suoi romanzi ucronici, ovvero nella sua maturità da scrittore. Qui si occupa di ben altro, come già detto, e lo fa in modo eccellente. Il titolo vi dà un’idea sul percorso di cui parla Brizzi.
Tomas Espedal e il suo Camminare: Dappertutto (anche in città) mi ha conquistato senza riserve. Si tratta infatti dell’ideale punto d’incontro tra la passione del camminare e l’arte dello scrivere. Il comune denominatore tra le due cose, come spiega in modo eccellente l’autore, è il pensiero o, meglio ancora, la capacità di non smettere mai di pensare.
Camminare: Un gesto sovversivo, di Erling Kagge, tratta l’argomento partendo – come Brizzi – dalle sue esperienze personali. Kagge, norvegese, è infatti il primo uomo ad aver raggiunto il Polo Nord e il Polo Sud a piedi. Però le sue “passeggiate” riguardano anche per contesti urbani o suburbani, come può capitare a tutti noi. Di Kagge mi piace l’idea di conciliare il camminare con la capacità di tornare ad ascoltare il silenzio. Non a caso l’autore ha scritto un libro anche su questo tema. Il Silenzio, appunto. Consigliato anch’esso.
Per oggi direi che è abbastanza.
Ma se l’argomento vi interessa ci tornerò presto. Anche settimana prossima, volendo. E non parleremo solo di libri, promesso.
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Grazie delle segnalazione… quando riesco, cammino volentieri anch’io. e quando studiavo ho realmente notato che dopo una camminata rendevo di più.
Grazie a te per il commento!
L’argomento interessa, essendo anch’io un camminatore seriale.
Già che ci sono ti segnalo un libricino piccolo ma sostanzioso: Walking Your Blues Away, di Thom Hartmann, sul legame tra camminare e salute mentale, e la camminata come antidepressivo. Tecnico senza essere comlicato o noioso, è vivamente consigliato.
Ottimo, grazie del consiglio! Le qualità che indichi (tecnico senza essere complicato) sono proprio quelle che cerco 😉
Grazie per i suggerimenti.
Sono ormai “ben” due settimane che cammino almeno mezz’ora al giorno come valvola di sfogo.
Ti seguirò con piacere.
🏃♂️
Grazie mille e benvenuto nel club! 😉
Anch’io sono un’accanita camminatrice. Grazie per i libri sull’argomento! Ci darò un’occhiata