Ieri ho caricato questo video (vedi sopra) sul mio canale YouTube. Si parla, in maniera molto pratica e asciutta, di cosa comporta la scelta di autopubblicarsi su Amazon.
Non è il primo video che carico, anzi. Né voglio parlare di self publishing (l’ho fatto nel video, giusto?)
Alla faccia delle varie fobie che avevo fino a qualche settimana fa, ho imparato ad apprezzare il vlogging, fosse anche solo perché il concetto di “metterci la faccia” (che ho sempre sentito mio) non può essere più chiaro di così.
Tra le altre cose che trovate sul canale, almeno per il mio momento, ci sono degli speciali sul genere ucronico, video sulla comunicazione e la scrittura e la nuova rubrica Recensioni da Incubo, giusto per farsi qualche risata amara.
Parte di questi contenuti, più altri inediti, è anche ascoltabile su podcast.
Qualcuno mi ha chiesto dove voglio arrivare con video e podcast. La risposta è semplice: da nessuna parte. Rivendico solo il diritto di esistere e di continuare a dire la mia, tanto in forma scritta quanto su altri media. Se a qualcuno questo non piace, me ne farò una ragione.
Per fortuna in Rete c’è spazio per tutti – per chi ama, per chi odia, per chi scrive, per chi filma, per chi campa, per chi fa un po’ di tutto questo, per tentare di comunicare trasversalmente.
Mi piace pensare di essere in una fase in cui cerco di raggiungere un nuovo pubblico, magari quello che non si affaccia sui blog scritti (che comunque non ho intenzione di abbandonare).
Il 2019 è stato un anno di melma, e non certo per i quattro stupidi cecchini virtuali che spesso fanno sabotaggio ai miei lavori online. Ho fatto pace con la loro esistenza, così come si accetta il fatto di dover vivere insieme a virus, germi e parassiti di varia natura.
I problemi vissuti dal sottoscritto negli ultimi 8-9 mesi sono ben altri, alcuni sono ancora in corso, e per diverso tempo ho pensato che non ne sarei mai uscito.
Poi sapete cos’è successo?
Nulla di straordinario: ho stretto i denti, ho ricordato a me stesso che sono un testardo figlio di buona donna, e ho tirato avanti.
Mi sono “inventato” un lavoro, trovando clienti tanto apprezzabili e tanto apprezzati (dal grande pubblico) che ancora oggi non mi capacito di come abbia fatto ad arrivare a collaborare con loro. Ma forse la risposta è semplice: con naturalezza, gentilezza, con un pizzico di cocciutaggine e mostrando – a livello molto pratico – le competenze acquisite. In questo senso mi sono trovato decisamente meglio a lavorare con le donne. Ho trovato meno competitività, meno ostilità preventiva. Magari sono stato fortunato, o magari ho problemi tutti miei a rapportarmi con gli uomini (lavorativamente parlando). Ma sto divagando.
Il resto dei problemi (vecchio lavoro, famiglia, affetti, salute) me li sono caricati addosso come zavorre, ma ho continuato a nuotare verso la superficie. Mi sono fatto malissimo nel tentativo, ma ho anche sviluppato dei muscoli – sempre parlando dentro la metafora – che mai avrei pensato di avere.
Questo è quanto, più o meno. O nuoto o affoghi.
Niente formule magiche, niente giochetti, e chi pensa il contrario è perché ha una mente malata che concepisce solo un mondo malato.
Sono arrivato fino a questo punto anche per farvi capire che non abbandonerò mai la scrittura, perché io queste cose – per esempio – non potrei mai dirle in un video. Non fa parte del mio carattere, anche se ho visto quanto posso limarlo e cambiarlo, se la necessità del caso lo richiede.
Ma diciamo che spiegare certe cose per iscritto mi è più facile.
Questo post apparentemente inutile è una specie di pubblicità del canale YouTube (iscrivetevi, se vi va, e mettete un like ai video che vi piacciono).
Ma è anche una sorta di riassuntone di fine anno molto anticipato.
Quindi a questo giro non vi parlerò di statistiche e di libri più o meno venduti, più o meno apprezzati. Vi siete invece beccati questa secchiata di cavoli miei. Spero di non avervi annoiato.
Non ho auguri particolari da rivolgervi per le feste. Vi esorto soltanto a difendere con unghie e denti i vostri spazi per esprimervi, qualunque essi siano.
Anche – soprattutto – se vi dicono che siete inadeguati, o se vi sembra di parlare da soli.
Dite la vostra, vedrete che prima o poi qualcuno ascolterà e capirà.

Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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