La capanna danzante di Baba Yaga

la capanna danzante di baba yaga

Uno dei posti più singolari in cui sono stato è senz’altro la Capanna Danzante di Baba Yaga.
Si tratta, se non lo sapete, di una casetta in legno a pianta circolare o quadrata (ehm, sì, capirete fra poco), dalle dimensioni apparenti di circa 4 metri e mezzo di diametro, in tutto e per tutto simile a una piccola dacia russa, costruita solidamente, ma priva di qualunque fronzolo.
Tuttavia la capanna è in realtà un pocket dimensionale, un po’ come la cabina-astronave del Dottor Who. Al suo interno è grande dieci volte tanto, al punto da avere molte stanze, disposte su più livelli. Il bello è che la capanna è in grado di viaggiare su più piani d’esistenza (portando con sé i suoi passeggeri), apparendo leggermente diversa a secondo di dove va a finire. Perfino il suo arredamento e gli oggetti che contiene possono cambiare forma (o anche quantità!) in base alla dimensione attraversata di volta in volta dalla magica casetta.
Ciò che non cambia mai è l’incredibile impenetrabilità della capanna. A dispetto dell’apparente fragilità, essa è robustissima, nonché protetta dagli incantesimi difensivi della sua temibile padrona, la potentissima strega Baba Yaga.
La particolarità che la definisce “danzante” è dovuta a due enormi zampe di gallina, che possono spuntare a comando, da sotto il basamento della capanna, permettendole di camminare o di volare.
Eppure entrarci non è impossibile, a vostro rischio e pericolo. Io, come vi dicevo, ci sono già stato. Due volte.

baba yaga

Sto parlando di The Dancing hut of Baba Yaga, uno dei moduli più divertenti in assoluto, pubblicato nel contesto di Advanced Dungeons & Dragons – Second Edition. Da esso è stato tratto anche un librogame, pubblicato in Italia dalla validissima (nonché storica) E.Elle Edizioni.
La singolare natura della capanna danzante, e la spaventosa potenza e bizzarria della sua padrona, riescono a creare un’atmosfera da fiaba cupa, non priva di trovate davvero singolari e inedite, soprattutto per un gioco di ruolo solitamente improntato su classiche atmosfere da fantasy high power.
Ci sono dei punti in comune con già recensito setting di Ravenloft, come per esempio la location extradimensionale della capanna. Per la serie: ci si entra per sbaglio, ma uscirne sarà davvero un’impresa. A differenza del semipiano oscuro, la casa di Baba Yaga è un vero e proprio microverso fatato, pieno di meraviglie e di cose terribili. Immaginatevi un Paese delle Meraviglie contenuto in un edificio in cui perfino la collocazione delle stanze può cambiare da un momento all’altro. Avrete soltanto una piccola idea di cosa vi spetta durante l’esplorazione.

La stessa Baba Yaga, creatura presa in prestito dal folklore russo, è una sorta di dungeon master dentro il dungeon master. Così potente, esperta e astuta da risultare praticamente invincibile, rappresenta una vera e propria divinità nel contesto della sua casa. Il suo controllo sulla capanna è totale, così come lo è quello sulle creature che la popolano. Tra golem, elementali, demoni evocati dai Nove Inferni, serre abitate da treant schiavizzati, imp, laboratori alchemici, fontane fatate e moltro altro ancora, c’è da rimanere spesso e volentieri con gli occhi sgranati dallo stupore.
Il bello dell’avventura è che, una volta tanto, la missione non è quella di uccidere Baba Yaga, bensì uscire sani e salvi dalla capanna, magari utilizzando più l’astuzia che non la forza bruta.

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Il modulo d’avventura, e per alcuni versi anche il librogame, hanno il raro potere dell’immaginazione, quella vera. Leggendo e giocando questi due volumi ho provato un forte senso di immedesimazione. Quasi come se in quella capanna ci fossi finito per davvero. Una sensazione che avrà accumunato – credo – molti lettori di libri quali Il Mago di Oz o Alice nel Paese delle Meraviglie.
Poco importa se molti giudicano queste forme di evasione mentali inutili, o perfino pericolose. Io dalla capanna di Baba Yaga sono uscito vivo e arricchito di tanti bei ricordi, del tutto simili a quelli dei tanti veri viaggi fatti in prima persona.
Sono trascorsi molti anni dall’ultima volta che ci son stato, eppure ricordo ancora benissimo quel posto. Qualcosa vorrà pur dire.

Nel mentre Baba Yaga l’ho ritrovata in posti impensabili.
Innanzitutto nel titolo di un film di Corrado Farina, che mischia erotismo e horror. Magari ne riparleremo più nello specifico, in futuro.
L’ho poi incontrata nel fumetto di Mike Mignola, Hellboy. In questo contesto la strega è stata caratterizzata come una delle più potenti avversarie del ragazzo-demone. Qui trovate (in inglese) un interessante pagina che racconta la sua storia, i suoi rapporti con Grigori Rasputin, i suoi poteri  tutte le comparsate che fa in diversi numeri del comic.
Chiudo con una piccola e sciocca nota personale: la capanna danzante di Baba Yaga mi ha fornito lo spunto iniziale per la mia game novel, Tomato Moth. Mi interessava proprio riprendere questo genere di suggestioni, salvo poi magari andare a parare ben lontano dalle atmosfere di AD&D. Devo ammettere di essere soddisfatto della scelta fatta. Spero sia di buon auspicio.

Baba Yaga disegnata da Mike Mignola.
Baba Yaga disegnata da Mike Mignola.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

25 commenti

  1. Non sono mai stato dentro alla capanna, ma in una campagna ne trovammo una variante elaborata dal Master. Il mito russo invece, lo conoscevo prima ed era un bello spauracchio anche per me, che vivevo a migliaia di km dalla Russia.

    1. Bei tempi, ricchi di fantasia. Ho imparato tante cose attraverso il gioco, in barba a chi dice che certe attività sono inutili e alienanti…

  2. Baba yaga è anche il titolo dell’unico film mai girato ( in Italia, ma credo anche nel resto del mondo..), con protagonista Valentina di G.Crepax, compianto architetto e fumettaro ( lo dico in senso affettuoso, lui ci teneva alla definizione..), milanese, creatore della sexy eroina degli anni ’60/70. Protagonista, se non ricordo male, rada Rassimov, ma potrei sbagliarmi, cito a memoria, sarebbe carino recuperarlo..ovviamente non tengo conto della produzione Mediaset degli anni ’80 per la tv con la bellissima Demetra Hampton, girata solo per il mercato televisivo.

  3. Baba Yaga l’ho soltanto sfiorata, piuttosto confuso tra il modulo di AD&D, il mito russo e Valentina di Crepax, ma quanto basta per conoscerne il nome.
    Quello che mi hai fatto venire fuori prepotentemente comunque è la nostalgia per le giornate intere a giocare a “orchetti” (come noi definivamo genericamente i vari diversi sistemi di gioco fatti). La vera amarezza l’ho provata quando io ancora cercavo di tenermi un week end libero circa ogni mese ma gli altri pian piano “crescevano”.

    P.S.
    che tu sappia il film “Il castello errante di Howl” prende spunto dalla capanna?

    1. Bella domanda! Pare proprio di sì, come riconoscono diversi siti. Per esempio questo, che parla di ispirazione diretta tra Howl e Baba Yaga: http://www.komix.it/page.php?idArt=4833

      Capisco bene, molto bene, la questione del vedere che gli altri crescono e accantonano i dadi. Alla fine l’ho fatto anch’io, ma è stata una rinuncia enorme.

  4. Nella serie di storie di fafhrd e del Gray Mouser di Fritz Leiber, la strega Sheelba vive in una capanna che vafa perle paludi fuori Lankhmar su un paio di lunghe gambe.
    Il riferimento a Baba Yaga è evidente – anche se Leiber lascia intendere che possa trattarsi di qualcosa di completamente diverso.

    1. Ho un ricordo troppo lontano del Fafhrd e del Gray Mouser… lessi l’edizione Fantacollana, qualcosa tipo venti anni fa. Domanda: questa storia di Sheelba/Baba Yaga c’è in quel volume? Se sì mi metto a cercarlo…

      1. La capanna di Sheelba compare ne Le Spade di Lankhmar, e poi per lo meno ancora in un racconto, credo La Maledizione Ciclica, che si trova nel volumone Il Mondo di Newhon.

  5. Baba Yaga me l’avevano fatta conoscere da piccolo, in una di quelle raccolte di storie popolari…Quelle storie propinate dai genitori come favole per bambini, ma che in realtà li traumatizzano pesantemente. Tant’è che l’ho rimossa dalla mia pavida memoria fino a qualche anno fa, quando l’ho ritrovata in un videogioco, e poi nei volumi di Hellsing che hai citato.=D

  6. Ricordo una mia ex fidanzata moldava che pur avendo quasi venticinque anni era terrorizzata a morte da Baba Yaga anzi lei rimase quasi sconvolta nell: apprendere che il corrispettivo italiano cioè la befana aveva da noi valenze positive.
    P.s
    La protagonista femminile del film Valentina fu la sconosciuta Isabelle de Funes, mentre il ruolo di Baba Yaga venne affidato a Carol Baker all’ epoca giá ultracinquantenne però ancora in grado di fare la sua “porca figura”.
    A completare il tutto nel ruolo di Arno il torinese George Eastman cioè Luigi Montefiori un abituè dei film horror ma anche dei soft – erotici italiani.
    Nick “l’ enciclopedico non richiesto”.

    1. Ottimi dettagli, che tra l’altro mi fanno venir voglia di rivedere il film. Devo ovviamente recuperare il DVD, visto che in tv non lo passano da secoli…

  7. Conosco il personaggio e la sua capanna (che però nella versione a me nota saltellava su una sola zampa anziché correre su due) ma non conoscevo il modulo D&D (ci ho giocato tardi, ahimè) né il libro game, però mi affascina parecchio, cupa al punto giusto e con un fascino tutto suo.

  8. Mi viene in mente anche il gioiellino di Myazaki: il Castello errante di OWl, che richiama sfacciatamente alla capanna di Baba Yaga

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