I veterani del Wyld

Ogni sera, Clay Cooper entra nella solita locanda. Ogni sera, qualcuno ricorda le imprese dei Saga, la leggendaria banda di mercenari che ha segnato un’epoca. Ogni sera, Clay ascolta i giovani parlare del coraggio di quei guerrieri, ignari del fatto che uno dei Saga è seduto proprio lì, accanto a loro. Ma a Clay non importa. Quei tempi sono finiti, ed è come se il suo passato non gli appartenesse più. Ma poi, una notte, alla sua porta bussa Gabe, il vecchio comandante della banda. Gabe è l’ombra del condottiero che fu, eppure nei suoi occhi arde ancora la fiamma della guerra. Ed è determinato a ritrovare la figlia, scappata di casa per andare a difendere la repubblica di Castia dall’invasione di una devastante orda di orchi e mostri. All’inizio, Clay non vuole essere coinvolto: ha la sua famiglia cui pensare. Tuttavia non può ignorare che quella minaccia incombe anche su di loro. Senza rinforzi, Castia è condannata e l’orda continuerà la sua marcia di morte. Ma i rinforzi non arriveranno, perché il solo modo per raggiungere Castia è superare il Wyld, un luogo infestato da pericoli e orrori inimmaginabili. Un luogo da cui nessuno è mai uscito vivo. Tranne i Saga. Loro sono gli unici ad averlo attraversato ed essere sopravvissuti per raccontarlo. Ha ragione Gabe, devono rimettere insieme la banda. Insieme, potrebbero essere l’ultima speranza dell’intera stirpe degli uomini…

Questa è la quarta di copertina del romanzo I guerrieri di Wyld: L’orda delle tenebre, scritto da Nicholas Eames e pubblicato per l’Italia da Editrice Nord.

I guerrieri di Wyld è – se volete una definizione semplice e schietta – il romanzo di una sessione di gioco di Advanced Dungeons & Dragons particolarmente ben riuscita.
No, non fate così: il mio vuole essere un complimento.
Siamo molto lontani dai libri-fotocopia che R.A. Salvatore sforna a nastro da vent’anni a questa parte, senza più suscitare alcuna vera emozione nel lettore esigente.
Nicholas Eames ha scritto un romanzo scanzonato, divertente, che si prende sul serio solo quando è necessario, ma che mette ironia e umorismo altrove, per rendere credibile l’incredibile.
Come si può scrivere in modo eccessivamente serioso di bande di mercenari che si comportano come rockstar, ammazzando mostri e non-morti per conto di reami e di città stato troppo prese dalle diatribe interne per occuparsi della sicurezza nazionale?
Si può farlo – appunto – usando un’alternanza di stili, tra il leggero e l’epico (con una predominanza del primo).

I “mercenari” che affollano il mondo inventato da Eames altro non sono che i gruppi di avventurieri che ogni giocatore di ruolo ben conosce.
Il gruppo dei Saga, protagonista assoluto di questo romanzo, è uno dei più famosi mai visti in attività. Gabe, Clay, il mago Moog, l’ex assassino e ladro Matt e il letale guerriero Ganelon sono le superstar assolute tra i tanti mercenari che hanno sfidato il Wyld (i territori inesplorati, infestati dai più classici mostri di D&D), sopravvivendo.
Ma i Saga sono vecchi. Si sono ritirati. Sono stanchi, malati, disillusi dalla vita. Altri, come Clay, hanno invece fatto pace con se stessi. Proprio lui, Clay, è diventato padre e marito.
Eppure Gabe, il frontman dei Saga, troverà il modo per riunire il gruppo e per lanciarsi nell’ultima e più disperata missione della loro lunga carriera: salvare sua figlia da una città assediata da un’orda di mostri.

Detta così non sembra questa gran storia.
Invece lo è.
Tra combattimenti, viaggi, oggetti magici, esplorazioni e colpi di scena, Eames riesce a umanizzare in modo meraviglioso tutti quanti i Saga e i loro vari compagni d’avventura.
Il risultato è armonico ed estremamente divertente (credo di averlo già detto ma vale davvero la pena ribadirlo).

Sicuramente chi ha giocato di ruolo – e magari non lo fa più da un po’ di tempo – avrà un piacere extra leggendo I guerrieri del Wyld. Perché i Saga siamo un po’ tutti noi, vecchi giocatori, cresciuti abbandonando i lati più romantici e stupidi dell’avventura, stanchi e un po’ cinici, ma ancora pronti, alla bisogna, a tirare i dadi per un’ultima volta.

Che altro ci può essere di altrettanto bello? No, non per quelli come noi.

A voi il link per l’acquisto. E buona lettura!


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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6 commenti

    1. Davvero.
      La prova che si può scrivere ottimo fantasy senza dover necessariamente scomodare i due estremi – il grimdark e il paranomal romance.

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