Le puntate precedenti le trovate rispettivamente qui (parte 1) e qui (parte 2).
Il progetto Zombie contro Unicorni (ZvsU) è iniziato il 13 giugno, sicché siamo a due settimane esatte di scrittura. Nei propositi iniziali c’erano quelli di finire il lavoro entro 5 settimane al massimo, e di non sforare le 35.000 parole.
Nel momento in cui leggete questo articolo sono a 28.000 parole scritte e temo proprio che dovrò arrivare ad almeno 40.000, per finire dignitosamente la storia. A livello di tempistica, invece, direi che ci siamo. Nota bene: le cinque settimane sono previste per la prima stesura, non per la pubblicazione.
Vi avevo promesso di accennarvi altre cose sul mondo fantasy di ZvsU, oltre a quanto già esposto nel primo post di questa rubrica. In quell’occasione vi ho detto di come il mio setting ricordi, a livello geografico, il continente europeo. Mi urge precisare che si tratta di una somiglianza grezza, nel senso che esiste un regno mitteleuropeo, esistono dei principati che ricordano i Paesi Bassi, delle Repubbliche che si ispirano vagamente ai paesi baltici. Ci sono accenni – vaghi, perché “fuori narrazione” – a dei piccoli regni indipendenti situati più o meno dove c’è la nostra Francia, così come a una terra che ricorda la penisola iberica e a una grossa isola selvaggia, che si trova dove da noi c’è il Regno Unito.
Ci sono però anche molte differenze. I paesi simili-baltici sono situati più a ovest rispetto alla loro reale ubicazione, in compenso manca qualcosa di simile alla Danimarca, mentre esiste una vasta penisola nordica che richiama alla Scandinavia, etc etc.
Ma non voglio farvi un trattato di geografia.
Parliamo dunque dell’esigenza, per motivi di trama, di inserire alcune specie non-umane nel setting. L’idea di base era quella di creare un mondo fantasy vagamente ispirato a un classico boxed set di Dungeons & Dragons. I Forgotten Realms, tanto per citarne uno.
Lo sviluppo di tale idea ha avuto uno sviluppo leggermente diverso dal previsto. Ho ripreso uno dei miei cavalli di battaglia, adattandolo dall’horror al fantasy. Nel mondo di ZvsU molte di queste specie – ogri, viverne, ciclopi, gnoll etc – si sono estinte 50/100 anni fa, soprattutto per mano degli eserciti umani che, dopo secoli, sono riusciti a “pacificare” il territorio.
Esistono ancora delle creature spiccatamente magiche, come per esempio gli unicorni citati nel titolo, ma solo perché non sono ostili agli umani. Oppure perché, come succede ai draghi, sono così potenti e vivono così lontano dalle grandi città umane che nessuno dà la caccia agli ultimi esemplari della loro specie.
Questo processo di estinzione delle razze magiche va più o meno al passo con l’indebolimento della magia stessa. Nel mondo di ZvsU esistono i maghi, ma oramai hanno più o meno il ruolo di meri studiosi/sapienti/accademici, al servizio dei conti, del Re e degli altri nobili. I veri maghi, quelli che riescono a padroneggiare segreti e poteri arcani, sono oramai pochi. Anche per questo si troveranno in difficoltà ad affrontare la più grande minaccia degli ultimi 2000 anni, ovvero, lo ricordiamo, una misteriosa zombie apocalypse.
Sempre nell’intento di richiamare, entro ragionevoli limiti, il fantasy alla D&D, ho introdotto anche un sistema religioso che ricorda i classici chierici del famoso gioco di ruolo in questione.
Nel regno di Algemania, che è poi il più esteso del Continente Antico, esiste una religione di stato, il culto di Aon, Dio del Sole. Esso è organizzato in una Chiesa che comprende sia dei comuni preti che dei monaci-guerrieri, l’Ordine di Berenice. La Chiesa di Aon ha ricalcato per certi versi i passi del cristianesimo, combattendo i culti pagani, le eresie e gli adoratori del male, qui riuniti sotto il vessillo (oramai metaforicamente sgualcito) del demone Arioch. Ciò facendo il culto di Aon si è però reso anche partecipe di diversi eccidi. Vedi alla voce di quanto scritto in precedenza, a proposito dell’estinzione di alcune specie non-umane.
Nota di colore: Aon era il Dio del sole che adottavo quando facevo il master a D&D, in un mondo di mia creazione. Vent’anni dopo mi è tornato di nuovo utile…
(3 – Continua)
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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