Ci sono decine di piccole cose curiose che si scoprono (o si riscoprono, come nel mio caso), durante la fase di documentazione necessaria per scrivere racconti, romanzi e giochi di ruolo.
Non a caso tra i preferiti del mio browser c’è una cartella dedicata agli articoli insoliti o particolari, scovati mentre cercavo altro. Articoli e post che prima o poi tornano utili, vuoi anche solo come cultura personale.
Ieri, per esempio, proseguendo nella stesura del gioco di ruolo The Moths, mi sono imbattuto nella storia del Leone di Nemea (o leone Nemeo).
Ho – ovviamente – sempre saputo che l’abbattimento di questo animale mitologico costituisce una delle Dodici Fatiche di Ercole, ma mi sfuggivano i particolari della faccenda.
Ve li riporto così come li ho trovati su Wikipedia (potrei semplicemente pubblicare il link, ma so che siete pigri).
Il leone Nemeo era un mostro invulnerabile, inviato a Nemea da Era per distruggere Eracle. Nacque vicino a Nemea, nell’Argolide e si insediò in una grotta con due uscite (alcuni dicono anche che l’accaduto del leone sia successo a caudium nel Sannio caudino, odierna Montesarchio, in una delle grotte del taburno). La sua pelle non poteva essere ferita in alcun modo, rendendolo di fatto invulnerabile, mentre zanne ed artigli erano duri quanto il metallo. Il leone era un vero flagello per il popolo di Nemea, poiché attaccava e sbranava uomini e greggi e tale fu la sua ferocia che la gente smise di lavorare per timore di incrociare il mostro.
Giunto a Nemea, e seguendo la scia di carcasse che il leone si era lasciato dietro, Eracle riuscì a trovare il leone; ma vedendo che spada e frecce erano inefficaci contro di esso decise di percuoterlo con una mazza, stordendolo, per poi strangolarlo a mani nude. Dopo avere ucciso il Leone di Nemea, Eracle fece della sua pelle un’armatura, usando gli stessi artigli del leone, uniche “armi” possibili, per togliere la invulnerabile pelle.
Il leone Nemeo fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del leone.
Sarò strano io, ma è da una vita che sono affascinato da storie e aneddoti del genere.
Per la cronaca: sono arrivato al Leone di Nemea sfogliando un nuovo libro sull’origine degli arcani maggiori dei tarocchi (sempre nell’ottica della scrittura del gioco di ruolo citato a inizio post).
L’arcano della Forza, numerato come XI o VIII, a seconda del mazzo di carte usato, viene solitamente disegnato come una donna che indossa un copricapo che rappresenta o ricorda il simbolo dell’infinito. Questa donna è impegnata in una lotta corpo a corpo con un leone, e in particolare nel gesto di tenergli la bocca aperta con le mani nude, mentre gli torce il collo.
I riferimenti iconografici a cui fa riferimento l’arcano in questione sono – per esempio: Sansone che abbatte le colonne del tempio, Davide che uccide il leone ed Ercole che strangola il Leone di Nemea.
Così tutto torna, più o meno.
Per completezza: la mia ricerca sugli arcani dei tarocchi riguarda la già ventilata ipotesi che in Moths RPG sarà possibile, tra le altre cose, interpretare degli archetipi, ovvero delle Incarnazioni minori. Ne parlo qui.
Ve l’ho già detto che amo scrivere anche per questo motivo?
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