Quindi adesso dovremmo pagare?

In seguito al post di venerdì scorso mi sono arrivati diversi messaggi privati per chiedere se è possibile offrirmi “oboli” tramite Paypal (in segno di stima, solidarietà o di apprezzamento), o per domandare delucidazioni sul futuro del blog.
Così come ha già fatto un mio collega mi sento dunque in dovere di precisare due cosette.
Plutonia Experiment è e rimarrà un blog gratuito, accessibile senza pagare gabelle o abbonamenti. I commenti ricevuti nel post di venerdì, anche i più illogici e demenziali (che non sono stati pochi) mi sono stati però utili a tracciare una sorta di agenda programmatica. Quindi vi ringrazio.
Dal novembre del 2013 (ossia fra circa un anno) penso che aprirò un paio di blog tematici paralleli, accessibili sono meno liberamente rispetto a Plutonia. Per “meno liberamente” intendo dire che per accedervi potrei chiedere una donazione simbolica di tre o quattro euro all’anno, oppure uno scambio di competenze o, ancor più semplicemente, l’obbligo di condivisione dei miei articoli sui social network, tramite siti come Social Whispers e simili.
Di conseguenza Plutonia Experiment (che, ripeto, rimarrà gratuito) perderà probabilmente la classica impostazione di aggiornamenti quotidiani, limitandosi a due o tre corposi articoli a settimana. Chi vorrà troverà il resto sui blog tematici, che potrebbero anche focalizzarsi su temi inusuali rispetto a quelli che tratto di solito, ma che interessano tanto me quando un ampio bacino di lettori.
Comunque c’è un anno di tempo per impostare bene la cosa, prendete tutto ciò come una vaga anticipazione.

Quel che mi ha ferito dei commenti lasciati sul mio vecchio post e su quello di Angelo Sommobuta è il fraintendimento voluto di ogni replica sensata da parte di chi si esprimeva negativamente nei confronti di una possibile donazione volontaria a sostegno dei blog. Le critiche argomentato, che pur non condivido ideologicamente, hanno lasciato un margine di confronto. Le altre, quelle più folli, no.
Nonostante alcuni continuino a insistere su motivazioni ideologiche, resta ferma in me la convinzione che l’italiano medio sia affetto da culopesismo grave. Non solo ci si aggrappa a ogni scusa per non donare un euro a un blogger (e, credetemi, non volerlo fare ci può anche stare), bensì si trovano argomentazioni folli per dichiarare pubblicamente che è lecito non comprare libri, musica, giornali.

Perfino la libera condivisione, che da queste parti porto avanti da cinque lunghissimi anni, è bella finché non si mette un tastino Paypal con l’invito “se lo ritieni opportuno, una volta l’anno regalami un paio di euro e, se anche non lo farai, il mio materiale rimarrà scaricabile per tutti“. Non solo! Anche la richiesta di condividere sul Web (a costo zero!) un articolo, una recensione o la “pubblicità” di un ebook (gratuito!) a volte risulta troppo impegnativo per il lettore affetto da culopesismo.
I culopesisti sono gli stessi che hanno replicato “La tua è una passione, quindi non devi chiedere nulla in cambio“. Quelli che però se non aggiorni il blog per due o tre giorni di fila ti vengono a bacchettare. Quelli che vogliono che gli recensisci il libro (perché prima o poi tutti ne scrivono uno), e possibilmente parlandone bene, grazie, perché io ti seguo da tanto tempo. Quelli che, no, i tuoi ebook non li pagherebbero mai un centesimo di euro, ma che se li pubblichi gratuitamente vogliono anche il PDF, magari consegnato privatamente via email, perché non trovano il link per il download.
Per fortuna questo singolare soggetto, il culopesista medio, fa parte di una minoranza che, seppur rumorosa, viene quantomeno pareggiata da chi ha invece compreso al meglio discorsi quali il Web 2.0, la dignità dei blogger e l’assoluta impossibilità di racchiudere questa categoria – i blogger – in un unico monoblocco senza distinzioni.

Come ci vedono alcuni commentatori…

 

Tutte cose già dette. D’ora in poi quindi la linea guida per orientarsi su questo mio blog, che non ha MAI voluto paragonarsi a una testata giornalistica**, è questa:
I miei ebook sono in larghissima parte scaricabili gratuitamente
*, in duplice formato ePub e Mobi. Considerate che per ciascuno di essi mi piacerebbe ipoteticamente ricevere una donazione di un euro (1 €), tramite il tasto Paypal che trovate nel menù del blog. Vi ricorderò la cosa man mano che usciranno nuovi lavori, specificando anche quali di essi sono invece talmente brevi da non meritare alcuna donazione.
Ovviamente nessuno vi obbliga a versare l’euro, tra l’altro da intedersi, al contrario dell’acquisto canonico di un ebook, seguente alla lettura e all’eventuale apprezzamento del medesimo. Consideratelo un gentlemen’s agreement tra me e chi tra voi apprezza il mio lavoro come scrittore e, perché no, come blogger.
Chi preferisce mostrare una certa, tangibile riconoscenza al lavoro svolto, senza toccare il vil denaro, può avvalersi della wishlist di Amazon, come io stesso faccio con alcuni colleghi che mi aiutano a realizzare ebook o altre mansioni. E’ un sistema carino ed elegante di scambiarsi regali, quindi esorto altri blogger in linea con questa linea di pensiero a stilarne una a loro volta. Io senz’altro ne farò uso con chi riterrò meritevole di volta in volta.
Il metodo principale per dimostrare apprezzamento per il mio blog e per gli ebook che regalo è e resta però quello di fare pubblicità ai medesimi. Gesto a costo zero, che può essere comodamente eseguito tramite i tasti di condivisione sui social network presenti in ogni pagina di Plutonia Experiment.

Questo è quanto. Chi è contrario a tutto ciò, smetta di seguirmi e continui a credere che opinioni e lavoro non valgono nemmeno un paio di euro l’anno, o una condivisione di un link su Twitter. Possiamo probabilmente fare a meno l’uno dell’altro.
Viceversa ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno accettato di ascoltare le mie (nostre) ragioni, pur partendo da punti di vista differenti.
Ringrazio chi ha mostrato apprezzamento per il mio lavoro, condividendo i miei link, versando un euro tramite Paypal o anche semplicemente dichiarandosi disposto a valutare questa eventualità in un futuro, qualora il mio lavoro come blogger e scrittore dovesse risultare più ordinato e meritevole.
Ringrazio chi mi ha riconosciuto dignità come blogger e interlocutore. Che poi proprio la dignità sta alla base di tutti questi discorsi.

Questo post verrà inserito nelle FAQ del blog.

Gli ultimi tre articoli in materia:

Questo è quanto. Evitate, se potete, di esprimere gli stessi concetti contrari già argomentati venerdì scorso. Senza offesa per nessuno ma non sto chiedendo il permesso per gestire il mio blog in questo o in altro modo, bensì sto soltanto spiegando quella che per me dovrebbe essere l’attività di un blogger semi-pro disposto a lavorare 7 giorni su 7, 350 giorni all’anno***.
Nessuno mi chiede di farlo, finché però non smetto di aggiornare Plutonia Experiment…

(A.G. – Follow me on Twitter)

– – –
* Non escludo affatto di pubblicare in futuro degli ebook vendibili tramite Amazon, sia che siano essi autoprodotti o parte di un lavoro di squadra di cui al momento non posso accennarvi nulla.
** Non per atavico rispetto verso i giornalisti, bensì perché Plutonia Experiment è semmai paragonabile a un blog di scrittura o a un lifestyle blog, non certo a una webzine di attualità e di politica.
*** Questo è stato il mio ritmo di aggiornamenti dal 2009 a oggi.

20 commenti

  1. Tutto chiaro direi 🙂
    Credo che l’idea delle “costole” a pagamento annuo siano la strada giusta.

  2. Ma allora ci vuoi guadagnare.
    😉

    No, ok, scemate a parte – post condivisibile, così come è condivisibile una certa delusione nei confronti di chi ci legge (non di tutti coloro che ci leggono eh!, che sia ben chiaro).
    Siamo un paese spaventosamente arretrato.
    E non si sa perché.

    1. Chissà, magari un domani qualcuno ci renderà atto di aver fatto per primi questi discorsi apparentemente antipatici.

      Ok, ora smetto di ridere 😀

      1. La questione è semplice: chiedere è lecito, punto. Poi, se voglio pagare per farti vedere che apprezzo ciò che scrivi (il “farti vedere” non è in accezione negativa) va bene. Le costole a pagamento vanno bene pure quelle: se voglio le leggo e pago, altrimenti leggo Plutonia. Non ho più voglia di leggere Alex Girola perché ha azzardato l’idea che io gli possa regalare un euro o che farà blog-costole di Plutonia a pagamento? Va bene lo stesso.
        Finchè la questione rimane arbitraria, non c’è neanche da discuterne.
        Per quanto mi riguarda, sento di fare troppo poco per alcuni blogger (dovrei recensire un sacco di loro libri, pagargli qualche volta un e-book, commentare un po’ di più e non perché io voglia fare l’infermierino, ma perché mi farebbe bene) ma i miei nemici sono il tempo e la oscillante profonda pigrizia.

  3. Come detto sul blog di Angelo, questione molto interessante. Bravi per la ricchezza e franchezza con cui l’avete trattata. Solo un saluto visto che non commento mai… ma ognni tanto passo!

  4. Se non capiscono sono degli idioti…
    Sei stato chiarissimo e diretto, senza per questo travisare punti di vista che considero assolutamente corretti.
    E mi piacerebbe, come dicevi qualche commento sopra, che questo e gli altri post citati fossero un giorno ricordati come quelli che hanno iniziato qualcosa di grande.
    Ci vorrebbe proprio! 😉

  5. Secondo me devi mettere in grassetto e copiaincollare più volte la frase Plutonia Experiment rimarrà gratuito. Qualcuno potrebbe fraintendere. 😀
    Scherzi a parte, sono contento che sia uscito fuori tutto questo, mi ha spinto a fare numerose riflessioni. E aspetto con grande curiosità la nascita delle “costole” a pagamento… Come ho già detto al Buta, io i miei (piccoli) risparmi ce li investo, sulla cultura. ^_^

  6. secondo me il futuro sarà nei micropagamenti, magari 50 centesimi o cifra da valutare per un articolo lungo e molto strutturato su un tema specifico, magari sui 6/7000 battute indicativamente. Dei minisaggi magari presentati con un articolo breve e sommariamente riassuntivo. Sarebbe una cosa interessante da sviluppare, e chissà, potrebbe svecchiare una certa mentalità della blogosfera ed incentivarla a produrre contenuti di qualità. Ne guadagneremmo tutti, sopratutto i lettori.

    1. La tua è una previsione corretta, che in parte qualcuno sta già concretizzando anche qui in Italia. Penso a 40K e ai suoi ebook “tecnici” light, che riassumono articoli di un medesimo autore su un medesimo argomento (es: Twitter)
      Abbassando i prezzi a un euro secco potrebbero costituire un mercato interessante e legato alla blogosfera.
      Ho comprato qualche volumetto del genere, sono molto curiosi.
      Un esempio: http://40k.it/starter-kit-per-blogger/

  7. condivido l’apertura del tuo post e annuncio anche io che da novembre 2013 creerò Mezzotints “plus”, un blog parallelo di approfondimento con contenuti a pagamento (simbolici), mantenendo gratuito come sempre il mio blog Mezzotints attuale.

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