Come impostare un blog (1)

Il numero 1 tra parentesi è lì per far scena. In realtà non so se ci sarà una seconda puntata. Vedrò, anche in base alle vostre eventuali domande in merito all’argomento blogging.
In realtà il post di oggi nasce da una diatriba millenaria (beh, quasi): meglio un blog iperspecializzato in un solo settore, oppure meglio uno più multitasking? La risposta, come disse il saggio, è più semplice del previsto: impostate il vostro blog come vi sentite di fare.

Consiglione, eh? Eppure è la verità. Non c’è una via giusta, né una sbagliata. Non c’è una ricetta per creare il blog perfetto, e non mi pare opportuno nemmeno provarci.
Innanzitutto occorrerebbe fare qualche considerazione riguardo al modo di intedere il blogging. Cosa vi ha spinto ad aprire il vostro diario online?
In sostanza direi che le motivazioni più comuni possono essere queste:

  • Passione per un determinato settore (cinema, libri, musica, calcio, cucina etc etc);
  • Voglia di raccontarsi e presunzione (a volte corretta) di saperlo fare bene;
  • Desiderio di farsi notare in qualità di scrittore/recensore/giornalista/musicista (etc etc);
  • Tentativo di monetizzare il vostro lavoro intellettuale.

Ovviamente queste motivazioni possono fondersi, ibridarsi, sovrapporsi.
Nessuna di esse è sbagliata o inopportuna. Basta essere chiari fin dal principio. Se aprite un blog per promuovere il vostro romanzo, ditelo. Se poi nel corso dei mesi cambiate mission, fatelo sapere ai vostri lettori: sicuramente apprezzeranno.
Un consiglio che mi sento di darvi, giovani padawan, è quello di non aver paura a esporvi. Ogni tanto incappo in qualche blog ermetico, fatto di micropost da tre righe ciascuno. Di certo non invogliano a tornare.
Il blog in fondo è scrittura (più ancora degli ebook), quindi scrivete. Fate sapere quel che vi passa per la testa e non abbiate timori di sorta: i lettori sapranno scegliere se fermarsi o meno; non c’è bisogno che li tuteliate voi con un misurino applicato a ogni articolo. 

Plutonia Experiment, come prima L’Orlo del Mondo, è un blog che parla essenzialmente di narrativa, cinema e fumetti di genere. Si spazia dalle recensioni ai dossier, con approfondimenti “protoscientifici” che nelle mie intenzioni dovrebbero ricordare un po’ le espansioni di certi giochi di ruolo.
Esempio: parlo di romanzi sui viaggi nel tempo? Okay, mi piace anche proporre qualche articoli che valuti l’aspetto scientifico della cosa.
A quanto pare è una scelta apprezzata.

Ci sono poi rubriche che tangono appena le tematiche centrali di Plutonia. Le muse della domenica, le ricette del venerdì sera, i post di sociologia spiccia. C’è qualcosa di male nel proporli? Qualcuno dice di sì ma io, chiaramente, me ne frego.
Ricordate infatti che il blog è soprattutto casa vostra. Io in casa mia ho la cucina, la camera, il salottino con gli scaffali ricolmi di libri e DVD (etc etc). Ai miei ospiti posso decidere di mostrare solo il salottino, se li invito per vedere un film, oppure di mostrare loro tutta la casa prima di accomodarsi in poltrona.
Ecco, Plutonia è qualcosa del genere.
Un collega della Cricca lo definirebbe simpaticamente un lifestyle blog. Comunque sia, la mia casetta piace ed è per questo che la curo con piacere, anche se richiede tanto impegno.
Tutto qui.

45 commenti

  1. Il multitasking da più soddisfazione anche a me, sia come lettore che come blogger provetto. Il mio l’ho impostato così fin dall’inizio, per poter dire proprio ciò che mi passa per la testa. Sarà controproducente come scelta? Boh, e come te me ne frego 😀

    1. Sì, anche il tuo è un lifestyle blog 🙂 ed è positivo che da qualche mese a questa parte hai iniziato a inserire varianti, tra le rubriche di libri e scrittura 😉

  2. La cosa principale è che al Blogger, il proprio blog, piaccia. Se diventa una questione di lavoro, presto o tardi, il blog diventa arido e freddo… e i lettori se ne vanno.
    Quanto ad avere più argomenti, può essere pericoloso cambiare corrente… ovvero un blog iper-specializzato, se si mette a parlare di tutto e di più, può deludere molti lettori affezionati, e perdere click. Se invece un blog parte già con questa idea, o comunque già toccava molti tempi, l’aggiunta di nuovi argomenti non può che arricchire il parco di lettori.

    A mio parere, l’importante, è che il blog sia aggiornato a cadenze fisse. Deve essere affidabile, così che il lettore è sicuro che potrà trovare qualcosa di interessante e “non già letto”. Se il blog rimane fermo per mesi, poi pubblica qualcosa per due o tre giorni, poi di nuovo latita… allora sorgono problemi.

    Ma poi… è così importante la gara di click? Io ne sono uscito con la chiusura di 31 Ottobre. ^_^

    1. Chi ha detto che è importante la gara di click? Oddio, per alcuni lo è. Per me aggiornare il blog quotidianamente è soprattutto un divertimento, e poi una forma di rispetto per i lettori.
      Non mi sono mai annoiato a bloggare, mentre mi sono annoiato quasi subito a parlare solo di scrittura, editoria e libri. Variare è divertente e stimolante, pur mantenendo un’impostazione piuttosto definita (per dire, non mi metterò certo a parlare di talent show o di poesie romantiche sul blog).

  3. Io tendo a specializzarmi, perché alla fine sono monomaniacale e monotematica 😀
    Però apprezzo anche l’eclettismo, se ben gestito. E’ divertente girare per una bella casetta con tante stanze diverse, come la tua e altre del blocco C

    1. Ma in realtà, specie negli ultimi mesi, tra top 5, meme e giochini vari il tuo blog si è aperto ad altri argomenti extra-recensori, e io ho apprezzato molto 😉

  4. Io adoro l’eterogeneità, ma ammetto che a livello di blog e siti non mi dispiacciono quelli monotematici, soprattutto se fatti bene. L’onestà e il divertimento del Blogger (come diceva anche Glauco qui sopra) devono essere il motore e il cuore principale di un blog. Se vengono meno quelli, è inutile secondo me tenerne uno. Per quanto riguarda le motivazioni…Non so, io ho cominciato per “sfizio” nel 2004 con il live space di MSN. Poi è diventata un’abitudine. 🙂

    1. Concordo con te.
      Anch’io apprezzo molti blog monotematici, purché siano fatti con cura e passione. Riesco infatti a notare subito quando un blog è aggiornato con articoli furbetti o (peggio ancora) svogliati, tanto per far numero.

  5. Mi trovi perfettamente d’accordo, in fondo sono il primo a dire che un blog è la casa di chi lo scrive e quindi credo che nessuno abbia il diritto di criticare o peggio.
    Il problema delle argomentazioni immagino colpisca tutti, chi più chi meno, ma alla fine quello che conta (a mio parere una cosa importantissima) è la sincerità: puoi parlare di qualsiasi cosa, ma se lo fai in maniera fredda, dando solo dati e statistiche, allora non funziona.
    Chi legge apprezza il riconoscere il blogger dietro agli articoli, nascosto fra le righe, e per mia esperienza ho notato che quando metto del mio in un post, quello mi ripaga.
    Ci vuole anima e passione, non penso serva altro, a parte una minima dose di nozionismo per poter parlare di cose specifiche.
    Bellissimo post, spero ci saranno altre puntate! 🙂

    1. Sì, sono d’accordo. Secondo me oltre alle varie conoscenze/capacità di un blogger devono risaltare anche un minimo di doti umane e di personalità. Più o meno come fa Germano parlando di cinema, ma senza limitarsi a quattro righe tirate o impersonali.

      Ps: sì, ci sarà una seconda puntata di questa rubrica 😉

  6. Io mi auguro che ci siano altre puntate. Per quanto mi riguarda io sono monotematico ma solo perchè sono un fottuto abitudinario, ma apprezzo molto tutti quelli che variano argomemtni: quindi se vuoi metterci la musica, la cucina, o chessò io il turismo, il tuo blog è casa tua quindi fottitene allegramente delle critiche.
    Nick

    1. Ci sarà una seconda puntata 😉

      Sul resto, la vedo come te, con l’unica variante della gestione del blog, che nel mio caso è diventata un po’ più libera di spaziare di argomento in argomento.
      Dicono che per gli aggregatori e per i motori di ricerca non sia un bene. Pace e amen 🙂

  7. Io adoro il mio blog, lo ho aperto per passione e fin da subito ho voluto farlo multitasking perché io sono multitasking, anche se forse il numero di argomenti è fin troppo grande.
    Generalmente ho notato, che dalle mie parti i lettori apprezzano di più le recensioni piuttosto che gli articoli, ma nonostante questo io continuo lo stesso a pubblicarli, perché adoro andare in cerca di informazioni e potrebbero interessare a qualcuno (ma anche no, certe cose piacciono solo a me).
    Le visite sono tante, molte più di quanto sinceramente mi aspettassi, però i commenti sono pochi, forse dovuto al fatto che ho un piccolo gruppo di “affezionati” e il resto clicca-guarda-chiude immediatamente.
    Post da tre righe?
    Non ce la farei mai a farli, sono un tipo estremamente anti-sintetico (basta vedere questo commento).
    Comunque se fai un secondo episodio lo leggerò con interesse.

    1. Mah, io vedo che i commentatori, specie quelli nuovi, sembrano essere intimiditi dall’idea di lasciare un loro pensiero. Poco male, l’importante è che leggano, anche se in effetti i commenti sono ben graditi.
      Per quel che mi riguarda adoro i post medio-lunghi, purché non si tratti di recensioni pagina per pagina, che non ho mai amato (oramai lo sanno pure i sassi).

      1. Di solito più o meno cerco di scrivere all’incirca un post della lunghezza di due pagine su Word (tutto più o meno a spanne), però a volte capita che per colpa delle mie logorroiche premesse si vada ben oltre, ma non ne faccio un dramma.
        L’ultimo articolo per questioni di lunghezza eccessiva lo ho diviso in tre parti/episodi, questa è l’unica eccezione alla “regola”.
        Per quanto riguarda le recensioni, uso più o meno questo stile/traccia:
        * Saluti;
        * Premessa (immancabile);
        * Trama (L’inizio più o meno dettagliato, con un deciso taglio [cliffhanger] per non spoilerare );
        * Considerazioni finali (recensione vera e propria);
        * Di nuovo saluti;
        Poi ognuno ha i suoi gusti personali c’è chi preferisce i post corti da leggere in tre secondi netti, o chi preferisce le recensioni con spoiler, o altri invece che preferiscono i voti alle considerazioni, quindi è impossibile accontentare tutti, l’importante è essere felice di quello che si è fatto e avere passione nel farlo.
        Chiudo perché sennò questo commento diventa troppo lungo.

  8. E che ne sapevo io di cosa fosse un blog?
    Poi viene spontaneo aggiornarlo e dargli personalità. Consiglio della domenica pure questo, che a volte proprio non riesce a tutti.
    Personalmente, apprezzo i blog monotematici, ma non troppo, che lascino trasparire il carattere dell’autore/autrice.
    😉

    1. Sì, sono i blog che piacciono pure a me.
      Tipo il tuo, per capirci 😉
      B&N mi attirerebbe assai di meno se parlasse solo di cinema, perché risulterebbe troppo meccanico, anche se le tue recensioni sono sempre personalizzate e positivamente divaganti (cosa che trovo in pochi altri blog di cinema).

  9. Io ero partito con delle idee precise, poi ho abbracciato il multitasking ragionato e la vita è diventata più bella. ^_^
    Con questo cosa voglio dire: basta con questa fuffa fantastica, tutta ebook e film! Non interessa a nessuno! D’ora in poi solo donne, per venire incontro all’italiano medio! 😀

    (Maancheno)

  10. Non saprei cosa aggiungere, se non il mio solito caveat – se l’unico scopo è l’autopromozione, a meno di essere mostri del marketing o mirare a un pubblico di gonzi, si farà un disastro.
    Le persone intelligenti riconoscono lontano un chilometro una marchetta, e giustamente la odiano così come odiano il marchettaro.
    Poi, ok, anche sui blog autopromozionali più beceri c’è quel pugno di derelitti che adora l’autore qualunque cosa scriva, ma sono personaggi deteriori.

    Il mio blog non deve dire quanto io sia figo.
    Deve dimostrare quanto io sia figo.

    Per il resto, sarei pazzo a non affermare la superiorità del blog eclettico.
    strategie evolutive non è altro che quello.
    Ma chiamarlo lifestyle blog naturalmente è molto più cool 😀

    1. Mah, i blog di sola autopromozione sono pallosi… Così come quelli in cui gli autori se la cantano e se la suonano, dichiarandosi unici difensori della verità, della qualità e della sapienza.
      Per fortuna non seguo più nessun blog di questo tipo. E non sono il solo, mi sa 😀

  11. Interessante il lifestyle blog, concordo sul fare quello che ci piace, sempre però se si è pronti ad accettarne le conseguenze.
    Il mio blog parla delle cose che mi piacciono, quando mi piacciono e cerco di farlo con un minimo di consapevolezza.

    C’era un tempo in cui parlavo di cinema, poi ho capito che non ne sapevo davvero nulla e c’era gente in giro più brava (e appassionata), per cui invece di perdere tempo a scriverne potevo guadagnare tempo leggendone, e ho smesso con quell’argomento.

    PS – lo “show don’t tell” del blogger citato da Davide è spettacolare 🙂

    1. In che senso parli di conseguenze?
      Io so, per esempio, che spaziando molto tra libri, fumetti, film e altra roba ancora, perdo posizioni negli aggregatori settoriali, e forse anche sui motori di ricerca. Del resto essere nella top 10 di classifiche come quella di Wikio non mi cambia la vita, né rischia di farmi arricchire col blog. Quindi preferisco dedicarmi a ciò che mi piace e non lavorare pensando solo al contatore (che comunque ha una sua importanza, non sarò così ipocrita da negarlo!).

  12. Io ho iniziato proseguendo la strada che avevo intrapreso col vecchio blog, ovvero recensioni di film, libri, saggi e serie tv. Solo da poco ho iniziato a fare qualche articolo di stampo più generale ancora (tipo quello di oggi, per intenderci) e a tenere un giorno fisso per le tematiche energetiche/ecologiche a me care. 🙂 Quindi da specializzato mi sa che sono diventato un ibrido multitasking. E mi va benissimo così. 🙂

    Ciao,
    Gianluca

    1. E fai bene!
      Si tratta solo di prendere le misure poi, quando sentiamo che il blog “ci veste bene”, inutile tentare di adattarlo ai lettori. Prima di tutto veniamo noi, poi di conseguenza troveremo qualcuno a cui piace come abbiamo sistemato i nostri angolini virtuali 😉

  13. Il tuo blog mi piace perchè non è monotematico.
    Perchè ci trovo dall’articolo di narrativa alla ricetta, alla riflessione sulla società.
    E poi – elemento essenziale – è un piacere leggere come scrivi.

      1. Non sono complimenti gratuiti, piuttosto sto zitta! E’ davvero difficile trovare persone con cui condividere gli stessi interessi. Magari non gli stessi titoli, ma la lettura, i film, i generi.
        Sono di quelle persone a cui tutti dicono “ma alla tua età non metti la testa a posto, non ti sposi, non fai figli?”.

        E comunque tu regali la tua scrittura, e non posso che ringraziarti (anche se non ho letto tutto ancora)!

        ^__^

        1. Se ho aperto il blog è stato soprattutto per condividere passioni e interessi. Per evitare di trascorrere una vita appiattita sugli argomenti discussi dalle “persone mature” (figli, matrimonio, mutuo, tasse).
          Visto che là fuori è un casino ritagliare tempo per queste cose, ben venga poterlo fare qui, con voi 😉

  14. Per quello che riguarda l’onesta e la chiarezza degli obbiettivi, questo è un punto non sempre facile. Per quello che mi riguarda, ho aperto il mio blog molto prima di sapere perché; e solo recentemente comincia ad assumere un carattere più definito nei contenuti e nell’aspetto.
    Per me poi il multitasking è una necessità, o rischierei di scrivere un articolo ogni due mesi. XP

  15. Ti seguo perchè:
    scrivi con eleganza,
    posti con frequenza,
    dici cose sensate
    e ti diverti a fare quello che faI.
    Non tutte le rubriche mi interessano allo stesso modo ma funziona un po’ come in radio, la “voce” è quella che conta.

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